Notiziario Stop Pesticidi
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PER UN'AGRICOLTURA PIU' SOSTENIBILE
Negli ultimi decenni la coltivazione intensiva delle mele ha influito notevolmente sull’economia,
sull’ambiente e sulla qualità della vita del Trentino-Alto Adige. Oggi nella nostra regione si è arrivati ad
una produzione di oltre 1.500.000 di tonnellate di mele all’anno! La produzione di alimenti non è però
l’unica funzione dell’agricoltura, che dovrebbe anche produrre alimenti sani e sicuri, contribuire alla
salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio e tutelare la salute delle persone.
GLI EFFETTI NEGATIVI DELLA COLTIVAZIONE INTENSIVA DELLE MELE
- Il Trentino Alto Adige ha il triste primato di regione con il più elevato impiego di pesticidi
per unità di superficie: 45,02 kg per ettaro, oltre 6 volte la media nazionale (6,66 kg/ha), dati
ISTAT riferiti all'anno 2014.
- Rischi per la salute umana. I pesticidi possono avere effetti estremamente negativi per la salute
delle persone. Nella coltivazione delle mele vengono effettuati 20-25 trattamenti nel corso di un
anno. Queste sostanze si disperdono dai frutteti alle aree circostanti: strade, parchi e giardini
privati e pubblici, sentieri e piste ciclabili.
- Perdita di biodiversità. Per fare posto alla monocoltura delle mele in regione sono stati distrutti
importanti habitat di animali e piante. In Alto Adige circa 1.100 specie animali sono minacciate
a causa della coltivazione intensiva.
- La moria delle api si ripete ormai da anni in Trentino Alto Adige. Questi insetti sono in
pericolo a causa dalla scomparsa del loro habitat (prati ricchi di fiori) e a causa dell'impiego di
diserbanti e pesticidi tossici.
- La monocoltura ha portato al degrado del paesaggio agricolo. Sono stati eliminati boschi di
fondovalle, prati, siepi, muri a secco e singoli alberi, per passare ad un ambiente monotono
caratterizzato unicamente da migliaia di piante da melo sorrette da pali in cemento e coperte
dalle reti antigrandine.
- L’avvelenamento di terreni, di corsi d’acqua e dell’aria, dovuto al massiccio impiego di
pesticidi, diserbanti e concimi chimici.
- La coltivazione intensiva contribuisce all’aumento delle emissioni di gas serra. La maggior
parte delle mele prodotte in Trentino Alto Adige viene trasportata per lunghe distanze, causando
un elevato consumo di energie non rinnovabili (petrolio), inquinamento, ed emissioni di CO2.
CHIEDIAMO DI CAMBIARE LA POLITICA AGRARIA REGIONALE PER
UN’AGRICOLTURA PIÙ SOSTENIBILE E PIU' RISPETTOSA DELL’AMBIENTE
QUESTE SONO LE NOSTRE AZIONI
Fare pressioni sui politici a livello regionale, stimolare gli amministratori locali a sostenere
maggiormente gli agricoltori che applicano tecniche rispettose dell’ambiente, confrontarsi con
associazioni di categoria degli agricoltori, coinvolgere l'opinione pubblica con una campagna di
informazione.
LE NOSTRE PROPOSTE PER UN’AGRICOLTURA ECOLOGICAMENTE SOSTENIBILE
- Vietare l'impiego dei pesticidi chimici più pericolosi per la salute umana e per l'ambiente,
iniziando da GLIFOSATO, CAPTANO, CLORPIRIFOS, MANCOZEB,
NEONICOTINOIDI.
- La rielaborazione degli incentivi agricoli dando maggiore sostegno all’agricoltura biologica;
- L’adozione di norme sulle aree cuscinetto lasciando inutilizzato il 10% della superfici agricole
aziendali in modo da ripristinare gli elementi paesaggistici all’interno delle aree rurali,
attraverso la creazione di piccoli biotopi, siepi, singoli alberi, quali habitat vitali per animali utili
all’agricoltura e per numerose altre specie animali attualmente in pericolo di estinzione.
- Stop alla monocoltura delle mele. La produzione industriale delle mele in regione ha portato a
effetti estremamente negativi per l'ambiente. Pensiamo che sia necessario diversificare le
produzioni.
- La rinaturalizzzazione e rivitalizzazione dei corsi d'acqua che scorrono entro le colture
frutticole;
- La creazione di zone tampone nei pressi delle acque e delle aree protette per ridurre
l’immissione di pesticidi nelle acque e nei biotopi protetti;
- Incentivazione del sistema assicurativo nella difesa antigrandine rispetto all’uso delle reti, in
modo da ridurre l’impatto negativo delle reti antigrandine sul paesaggio e sulla fauna selvatica;
- Incentivazione della vendita dei prodotti agricoli locali. Maggiore sostegno all’economia
agricola locale in modo da ridurre le distanze tra produttori e consumatori, portando alla
riduzione del consumo di energia e dei costi ambientali dovuti al trasporto dei prodotti agricoli
per lunghe distanze;
- Maggiore trasparenza nei confronti dei consumatori, indicando sull’etichetta se nella
coltivazione della frutta sono stati impiegati fitofarmaci tossici, nocivi o pericolosi per la salute
e per l'ambiente.
QUESTO L’AIUTO CHE CI PUOI DARE TU
- Adotta un comportamento critico negli acquisti, scegliendo prodotti agricoli da
coltivazione biologica, prodotti agricoli locali e di stagione, evitando di acquistare mele e
altra frutta coltivata con il metodo dell'agricoltura integrata.
- Segnala casi di avvelenamento da pesticidi di corsi d’acqua, di animali selvatici o
domestici.
- Pretendi maggiori informazioni sui prodotti acquistati: quale impatto ambientale, quanti
trattamenti con sostanze chimiche e quali prodotti chimici sono stati impiegati nella
produzione?
- Sostieni le associazioni e i comitati che si impegnano per un’agricoltura più sostenibile e
rispettosa dell’ambiente.
MARCIA STOP PESTICIDI - CALDARO (BZ)
DOMENICA 13 MAGGIO - ORE 10.15
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Appuntamento a Revine Lago giovedi 19 aprile per un incontro sul significato della difesa civica a fronte degli effetti dei pesticidi sulla salute
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Abbiamo bisogno delle api. Circa un terzo delle nostre riserve di cibo sparirebbe senza il lavoro di api domestiche e selvatiche e di altri impollinatori. Non è esagerato dire che questi insetti sono di importanza vitale, sia per gli ecosistemi naturali che per la nostra stessa sopravvivenza.
Molti governi sostengono che gli attuali standard di protezione degli impollinatori siano sufficienti. Ma in qualità di scienziati che hanno dedicato decenni di studio ai delicati equilibri che esistono tra insetti, ambiente, e coltivazioni da cui tutti dipendiamo, ci permettiamo di dissentire.
Molte specie selvatiche hanno già subito un enorme declino, mentre altre si sono addirittura completamente estinte. Anche se i motivi di questo declino sono complessi, come la perdita degli habitat e la diffusione di malattie non native, l’esposizione ai pesticidi è emersa come una probabile causa determinante. In particolare, esiste ormai una sempre più consistente letteratura scientifica sugli insetticidi neonicotinoidi, che suggerisce come questi abbiano una serie di effetti nocivi sulle api, causandone la morte, la perdita delle capacità di orientamento, la ridotta fertilità e la compromissione del sistema immunitario.
Come conseguenza del sempre più evidente collegamento tra neonicotinoidi e declino delle api, nel 2012 la Commissione Europea ha richiesto una revisione degli studi disponibili. Pubblicata nel gennaio 2013, questa revisione ha concluso che i 3 neonicotinoidi più usati al mondo (imidacloprid, thiamethoxam and clothianidin) rappresentano un “rischio inaccettabile” per le api. La Commissione ha quindi proposto un bando all’uso di questi 3 composti sulle colture in fiore che attirano le api. Nonostante la grande pressione dei produttori di pesticidi, che teorizzavano una grande perdita di raccolti se il divieto fosse stato approvato, il divieto parziale è entrato in vigore nel dicembre 2013. A livello europeo, questo divieto sembra non aver avuto alcun impatto sui raccolti.
Da allora, le prove sulla minaccia portata da questi pesticidi alle api non hanno fatto che aumentare. Un nuovo rapporto dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha appena confermato, di nuovo, che la quasi totalità degli usi correnti dei neonicotinoidi mette in serio pericolo le api.
Pubblicato il mese scorso, dopo aver esaminato in 2 anni oltre 1500 studi da tutto il mondo, le valutazioni dettagliate di 588 esperimenti scientifici e l’impatto su varie specie di api, il rapporto ha confermato la nocività dei neonicotinoidi per le api, sia domestiche che selvatiche, una conclusione in linea con una serie di altre analisi pubblicate da scienziati indipendenti nell’ultimo anno e con il rapporto del 2015 della European Academy of Science Advisory Council (EASAC). È ormai chiaro che i neonicotinoidi usati sui campi in fiore non solo mettono in pericolo le api, ma rimangono nel suolo dopo il raccolto anche a lungo, contaminando il successivo ciclo di coltivazione e le piante selvatiche ai margini dei campi.
Questo rapporto va sicuramente a sostenere la richiesta di maggiori restrizioni sull’uso dei neonicotinoidi in tutta Europa -- e non solo. Gli stati membri dell’UE, gli USA, il Canada, che stanno tutti riconsiderando come gestire questi pesticidi, hanno ora la responsabilità di ridurne l’uso. Inoltre, ci sembra utile sottolineare come sia necessario anche un ripensamento generale dei metodi di coltivazione stessi.
Sono 60 anni che continuiamo a girare sulla giostra dei pesticidi: generazioni dopo generazioni di prodotti chimici vengono messi in commercio per essere vietati 10 o 20 anni dopo, quando emergono i danni ambientali da essi causati. Ogni volta vengono sostituiti con qualcosa di nuovo, e ogni nuova sostanza porta nuovi problemi e imprevisti. Considerata l’intelligenza della nostra specie, è straordinario come noi esseri umani riusciamo a ripetere sempre gli stessi errori.
Un’analisi recente delle riserve naturali in Germania ha riscontrato un calo del 76% nella biomassa degli insetti volanti nei 27 anni precedenti al 2016. Potrebbe essere una coincidenza, ma questo periodo coincide quasi del tutto con l’adozione dei neonicotinoidi da parte degli agricoltori (il cui uso è in aumento costante dal 1994), ma più in generale non può più esserci alcun dubbio che inondare le campagne di pesticidi abbia un ruolo chiave nel declino di questi insetti. Se perdiamo gli insetti, non perdiamo solo gli impollinatori, ma anche l’alimento principale di innumerevoli specie di uccelli, pipistrelli, rettili, pesci e anfibi. L’ecosistema della Terra collasserebbe. È certamente arrivata l’ora di scendere dalla giostra dei pesticidi e di e sviluppare metodi sostenibili per dar da mangiare al mondo. Servono restrizioni globali sull’uso dei neonicotinoidi, subito, e dobbiamo anche assicurarci che non siano semplicemente sostituiti con qualcosa di ugualmente pericoloso.
Non serve guardare lontano per trovare le alternative. Uno studio pubblicato il mese scorso dimostra che è possibile controllare i parassiti in modo integrato salvaguardando sia l’ambiente che i risparmi degli agricoltori. In molte fattorie convenzionali si coltiva già con successo senza neonicotinoidi. E l’agricoltura biologica ha una resa media dell’80%: con una piccola riduzione degli sprechi di cibo (attualmente intorno al 35%) e del consumo di carne rossa, potrebbe facilmente sfamare il mondo intero. L’agroforestazione su piccola scala e i sistemi di permacoltura offrono rese addirittura maggiori dell’agricoltura convenzionale. Per produrre il cibo di cui abbiamo bisogno, ci sono modi molto migliori invece di continuare con gigantesche monocolture da spruzzare costantemente con varie miscele di pesticidi.
firmatari
Prof Dave Goulson, School of Life Sciences, University of Sussex, Brighton, Regno Unito
Prof Dr Randolf Menzel, Department Biologie, Freie Universität Berlin, Berlino, Germania
Dr.ssa Cristina Botías, Departamento de Ecología Integrativa, Estación Biológica de Doñana, Siviglia, Spagna
Dr Christopher N Connolly, Associate Director of CECHR, School of Medicine, University of Dundee, Dundee, Regno Unito
Prof. Dr. J. Wolfgang Wägele, Director, Zoologisches Forschungsmuseum Alexander Koenig,
Leibniz-Institut für Biodiversität der Tiere, Bonn, Germania
Prof. Dr. Jeroen P. van der Sluijs, Copernicus Institute for Sustainable Development, Utrecht University, Paesi Bassi, e University of Bergen, Norvegia
Prof. Dr. Hans de Kroon, Professor of Plant Ecology and Director Institute for Water and Wetland Research, Radboud University, Nimega, Paesi Bassi
Prof. Dr. Rien Aerst, Professor of Systems Ecology, Vrije Universiteit Amsterdam, Paesi Bassi
Prof. Dr. Frank Berendse, Emeritus Professor, Plant Ecology and Nature Conservation, Wageningen University, Paesi Bassi
Prof. Dr. ir. Paul Struik, Centre for Crop Systems Analysis, Wageningen University, Paesi Bassi
Dr. Simone Tosi, Division of Biological Sciences, Department of Ecology, Behavior, and Evolution, University of California San Diego, USA e Department of Agricultural and Food Science (DISTAL), Alma Mater Studiorum - University of Bologna, Italia
Prof. Stefano Maini, Prof. Giovanni Burgio, Dr Claudio Porrini, Dr Giovanni Giorgio Bazzocchi, Dr Fabrizio Santi, Dr Paolo Radeghieri, Department of Agricultural and Food Science (DISTAL), Alma Mater Studiorum - University of Bologna, Italia
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GIORNATA “STOP PESTICIDI” DOMENICA 19 MAGGIO 2019
Milioni di persone in tutto il mondo sono quotidianamente esposte ai pericoli provocati dall'uso di pesticidi e diserbanti in agricoltura.
Hanno un impatto gravissimo sulla nostra salute oltre che sull’ambiente. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità i pesticidi causano ogni anno circa 200 mila morti su scala globale e secondo l’autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) circa il 45% del cibo che consumiamo contiene residui di pesticidi.
Queste sostanze chimiche possono contribuire all'insorgenza di diverse forme tumorali e alterare il sistema endocrino con il conseguente aumento delle patologie correlate.
Le persone che vivono e lavorano nelle aree dove si pratica l'agricoltura intensiva con l'uso di prodotti chimici di sintesi, caratteristica delle monocolture, sono le più esposte, in particolare le donne in gravidanza, i bambini e gli anziani.
I pesticidi nel lungo periodo danneggiano l’agricoltura stessa indebolendo l'agro-ecosistema, compromettendo la produttività del terreno e la qualità del raccolto, distruggendo la biodiversità animale e vegetale. Provocano inquinamento dell'aria, dei terreni e delle falde acquifere, compromettendo la sopravvivenza di numerose specie animali (come ad esempio gli insetti pronubi, lombrichi e uccelli). La monocoltura intensiva basata sulla chimica, provoca il graduale depauperamento di una risorsa preziosa quale è il Paesaggio.
In alternativa a questo modello sosteniamo le esperienze agricole come l’agricoltura biologica, biodinamica e le filiere corte, che in questi anni hanno dimostrato di saper coniugare il rispetto per la salute pubblica e l'ambiente producendo alimenti sani e occupazione, valorizzando la varietà dei prodotti locali, rinnovando la biodiversità, il suolo e l’acqua, creando resilienza e mitigando i mutamenti climatici, proteggendo la salute e il benessere dei nostri figli e di ogni specie vivente.
Sosteniamo la transizione verso sistemi alimentari locali, ecologici e diversificati come un imperativo sociale, economico e democratico.
INVITIAMO LA COMMISSIONE EUROPEA
a revocare l'autorizzazione concessa per altri cinque anni all'uso del glifosate; a riformare la procedura di approvazione dei pesticidi e a fissare obiettivi di riduzione obbligatori per tutta la UE dell'uso dei pesticidi di sintesi per arrivare al BANDO TOTALE entro il 2030.
CHIEDIAMO A GOVERNO, REGIONE E COMUNI, IMPEGNI PRECISI
1 - PER LA SALUTE: di applicare il principio di precauzione vietando l'utilizzo dei pesticidi, intesi come molecole di sintesi, attivando controlli e sanzioni idonee, iniziando col vietare definitivamente le sostanze che sono state sottoposte a deroghe e fissando obiettivi di riduzione per gli altri.
2 - PER IL TERRITORIO: di potenziare tutti gli strumenti di controllo e salvaguardia del territorio per evitare sbancamenti, disboscamenti, deturpazione del paesaggio, possibili discariche abusive e cambiamenti delle destinazioni d'uso, e di vietare nei siti della Rete 2000, nelle altre aree protette e nei bacini idrografici delle zone umide d'importanza internazionale (Ramsar) l'uso di pesticidi valutati nocivi per le specie selvatiche e gli ecosistemi.
3 - PER L'AGRICOLTURA: di difendere e sostenere la Sovranità Alimentare; di azzerare gli incentivi alle produzioni agricole industriali e le monocolture; di favorire e finanziare l'agroecologia (agricoltura biologica e biodinamica) nel rispetto della biodiversità e delle tipicità tradizionali locali.
Chiediamo una revisione del Piano d’Azione Nazionale per l’uso dei pesticidi (PAN), con la loro totale eliminazione immediata nelle zone urbane e nelle aree frequentate dalla popolazione, stabilendo distanze idonee di sicurezza dalle abitazioni, dai terreni coltivati con il metodo dell’agricoltura biologica e biodinamica, da parchi e giardini pubblici e privati, da strade, da sentieri e piste ciclabili.
Facciamo appello a tutti: Istituzioni, cittadini, associazioni, movimenti, comitati, gruppi, forze politiche e sociali
a sottoscrivere questo manifesto e a manifestare uniti in difesa della nostra terra e della salute pubblica
DOMENICA 19 MAGGIO 2019
Email per adesioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Tutte le informazioni su www.marciastoppesticidi.it
Per Follina > Adesioni, e informazioni: tel. 348 1587879 - 393 7319092
email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per Trento > Adesioni e informazioni: tel 335 1601054 - email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per Verona > Adesioni e informazioni: email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per Caldaro > Adesioni e informazioni: tel. 339 2128673 - email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Appuntamento a Susegana con la prima conferenza pubblica sui temi del nostro Movimento popolare Stop Pesticidi
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Il Comitato Marcia Stop Pesticidi, riunito in assemblea il giorno 16 febbraio, esprime solidarietà e sostegno al gruppo di Susegana e CHIEDE alla Regione e alle Autorità Competenti di vietare la coltivazione della vite e di colture ambientalmente impattanti nelle aree edificabili declassificate a destinazione agricola o a parco, poste all'interno di zone residenziali e limitrofe ai centri abitati”.
( Votato all'unanimità dalla Assemblea)
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