Notiziario Stop Pesticidi
Il Forum Stop Pesticidi, riunitosi a Pieve di Soligo domenica 10 dicembre in occasione del Terra Madre Day, INVITA tutti i gruppi che sostengono la Marcia STop Pesticidi ad aprire una riflessione comune per una nuova cultura alimentare che, partendo dalla lotta ai pesticidi e a tutte le produzioni nocive, favorisca la formazione di Comunità Alimentari Locali formate da produttori e da cittadini.
Il Forum indica come punti di partenza per una azione politica, culturale ed economica questi cinque punti:
1- Agricoltura Biologica e naturale
3- Alimenti stagionali.
2- Filiera corta.
4- Meno carne aiuta l'Ambiente.
5- Stop imballaggi.
Il Forum INVITA tutti i contadini e i produttori locali a dare vita ad una Rete Contadina di coordinamento e di solidarietà
Il Forum INVITA tutti i gruppi a partecipare allo sviluppo della Comunità Alimentare Locale con l'obiettivo di sostenere la produzione di cibo biologico locale, di supportare i produttori e le loro imprese e di incentivare gli scambi diretti nel mercato locale.
Pieve di Soligo, 10 dicembre 2017
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FORUM SUL TEMA : Le Comunità alimentari locali
“Penso che abbiamo raggiunto il momento in cui tutti i cittadini devono impegnarsi nella questione del cibo. I contadini sono molto importanti perché producono, ma lo sono anche coloro che mangiano. Dopotutto il 75% delle malattie più diffuse proviene da cibo cattivo. E’ il momento per tutti i cittadini di unire le forze con i piccoli contadini locali, biologici creando comunità alimentari. Né il contadino può perdere il suo stile di vita, né il consumatore può perdere la sua salute. Entrambi devono lavorare ad un progetto comune di democratizzazione del cibo”. (Vandana Shiva)
Il Comitato Marcia Stop Pesticidi lancia un appello a tutte le realtà che sostengono la Marcia Cison Follina affinchè si apra una riflessione comune per una nuova cultura alimentare che, partendo dalla lotta ai pesticidi e a tutte le produzioni nocive, favorisca la formazione di Comunità Alimentari Locali formate da produttori e da cittadini.
Proponiamo come punti di partenza per la nostra azione politica, culturale ed economica questi cinque punti:
1- Agricoltura Biologica e naturale
3- Alimenti stagionali.
2- Filiera corta.
4- Meno carne aiuta l'Ambiente.
5- Stop imballaggi.
Esistono, anche nel nostro Territorio, diverse realtà contadine che producono cibo per il consumo locale e che tenacemente provano a resistere e a crescere nonostante il costante e inquietante dilagare della monocoltura del Prosecco che sta occupando sempre più suolo agricolo.
A questi contadini e a queste aziende guardiamo con fiducia, riconoscenza e speranza.
Vogliamo capire cosa succede oggi nel Mercato, quali sono le condizioni in cui lavorano e quali i progetti “in campo”. Con loro, con tutti i cittadini coscienti, con le forze sociali e Istituzionali del Territorio vogliamo aprire il percorso per la formazione della Comunità alimentare locale.
APPUNTAMENTO DOMENICA 10 DICEMBRE A PIEVE DI SOLIGO
Casa delle Associazioni. Via Battistella 1
Programma:
ore 10,30 Inizio lavori e assemblea.
Ore 12,30 – Pranzo sociale a base di cibo biologico locale stagionale.
Quota per il pranzo €.10 per gli adulti, Gratuito per i bambini .
Comitato Marcia Stop Pesticidi
Prenotazioni 3481587879 email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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COMUNICATO STAMPA
QUELLO CHE LA SENATRICE-FARMACOLOGA NON SA
Non è consuetudine di ISDE Italia (Medici per l’Ambiente) esprimere valutazioni in merito alle dichiarazioni pubbliche di rappresentanti della politica e delle istituzioni. Quando però le dichiarazioni inquadrano i fatti in modo distorto e al tempo stesso pretendono di fornire indirizzi che attengono alla salute pubblica e alla tutela dell’ambiente, l’attenzione di ISDE Italia viene inevitabilmente sollecitata. Il commento a firma di Elena Cattaneo (“Gli equivoci sul glifosato”), pubblicato il primo dicembre 2017 su Repubblica, elenca una serie di pregiudizi e di semplici opinioni sugli effetti sanitari e ambientali dell’erbicida più diffuso al mondo che non coincidono nel modo più assoluto con le conoscenze attualmente disponibili; il tutto, accompagnato da un concentrato di nozioni sull’agricoltura sostenibile (biologica e biodinamica) che lascia francamente sconcertati. L’innovazione del futuro, sostiene l’autrice, coinciderebbe con l’impiego universale di OGM, capaci di risolvere in un colpo solo la moltitudine di temibili sfide con cui l’agricoltura dovrà fare i conti, dal cambiamento climatico all’erosione della biodiversità, fino alla piaga della denutrizione e chissà cos’altro ancora. Non una parola viene spesa circa la necessità 1) di sviluppare un approccio sistemico nelle policy per l’agricoltura e 2) di implementare un uso sostenibile delle risorse naturali e delle matrici ambientali nelle pratiche agricole. Naturalmente, per quanto discutibili, le opinioni personali sarebbero del tutto legittime se non fossero visibilmente travestite da prescrizioni scientifiche: il commento, infatti, viene firmato dalla senatrice indossando il “camice bianco” (farmacologa è la qualifica che compare in calce oltre a quella istituzionale). Su questo improbabile tentativo di fornire indicazioni corredate di certificazione scientifica è il caso di esprimere più di una perplessità e almeno un chiarimento, al fine di evitare che, nello scorrere il commento, il lettore scambi lucciole per lanterne e abbia la tentazione di prendere sul serio la lunga lista di inesattezze che l’autrice fa proprie. La letteratura scientifica ha cominciato a occuparsi dei danni biologici e sanitari del glifosato alla fine degli anni Settanta, quando la molecola erbicida aveva un mercato marginale e la sua diffusione non era ancora stata ingigantita dalle colture ingegnerizzate per la resistenza ai suoi effetti tossici. Grazie alle prime indagini nord-americane e australiane condotte su organismi impiegati come bioindicatori (gruppi particolari di invertebrati e vertebrati), si cominciò a comprendere che la presunta innocuità del prodotto, propagandata a tambur battente dall’industria, necessitava di una radicale rettifica, soprattutto nei formulati commerciali (come il Roundup) contenenti il surfattante POEA. Da allora, le indagini sui rischi ecologici e sanitari indotti dall’utilizzo sempre più diffuso dell’erbicida sono aumentate esponenzialmente, tant’è che alcuni anni fa il glifosato è entrato nel mirino della commissione IARC (la massima agenzia mondiale per la ricerca sul cancro) deputata a proporre e realizzare, attraverso una lunga e articolata procedura di “candidatura e revisione”, una valutazione dei dati tossicologici ed epidemiologici sulla cancerogenicità del composto. Oggi il glifosato si trova al centro di un’accesa disputa internazionale che vede molti ricercatori e associazioni impegnati a bandirne la commercializzazione e gli usi agricoli ed extra-agricoli, non solo per la sua probabile cancerogenicità umana (linfoma non-Hodgkin) decretata da IARC nel 2015, ma anche per la sua tossicità endocrina, neurologica e riproduttiva, nonché per la sua ben nota ecotossicità.
È evidente che l’eventuale eliminazione del glifosato dal mercato globale dei pesticidi spingerebbe l’industria a sostituirlo con altri prodotti, sulla carta anche più tossici dell’originale. Ma il nodo della questione è proprio questo: il bando del glifosato dovrebbe rappresentare un primo passo verso la progressiva rimozione dei veleni di sintesi dalle pratiche agricole e zootecniche, così come da ogni altro settore in cui i parassiti possono essere controllati con metodi alternativi, non tossici e meno costosi. È difficile capire da dove tragga le informazioni sugli impatti del glifosato la senatrice-farmacologa Cattaneo, certamente non dalla letteratura scientifica indipendente, che sull’argomento specifico è disponibile in quantità. In ogni caso, è poco consigliabile riproporre continuamente, come fonte primaria di dati, il report sui rischi del glifosato prodotto dall’EFSA, in quanto, com’è noto, si tratta in buona parte di un documento copiato da materiali forniti dall’industria, che certamente non rientrano nel novero degli studi scientifici indipendenti. Per concludere, poiché nessuno dubita della buona fede con cui è stato scritto il commento, c’è da dubitare della reale conoscenza degli argomenti cruciali che in esso vengono trattati, sui quali la senatrice-farmacologa continua a dispensare opinioni personali e ricette risolutive del tutto infondate.
5 Dicembre 2017
Per Informazioni:
Associazione Medici per l'Ambiente - ISDE Italia
Via XXV Aprile, 34 - 52100 Arezzo
Tel: 0575-23612 - e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Web: www.isde.it
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L’Istituto Ramazzini ha lanciato una campagna di raccolta fondi tramite crowdfunding per il primo studio globale e a lungo termine sugli erbicidi contenenti glifosato, a seguito dei risultati delle prime ricerche che mostrano un’alterazione del microbioma nei ratti esposti ad una dose giornaliera attualmente considerata sicura dalla US Environmental Protection Agency (US EPA), cioè 1,75 mg/KG p.c. Le donazioni vengono raccolte tramite la piattaforma https://glyphosatestudy.org, usando l’account PayPal o la carta di credito. La piattaforma è corredata delle informazioni sullo stato degli studi sul glifosato e contiene i due interventi video della dottoressa Fiorella Belpoggi, Direttrice del Centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni” dell’Istituto Ramazzini, e del professor Philip J. Landrigan, Preside del Dipartimento di Salute Globale della Icahn School of Medicine at Mount Sinai, di New York.
Sono infatti l’Istituto Ramazzini e l’Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York ad aver completato un primo studio pilota sugli erbicidi contenenti glifosato. I primi risultati sono stati presentati al meeting annuale del Collegium Ramazzini a fine ottobre a Carpi (Mo) e sono in corso di pubblicazione. Lo studio pilota, che ha comportato l’esposizione all’erbicida per tre mesi e ha avuto un costo di 300.000 euro, è stato completamente finanziato dagli oltre 29.000 soci dell’Istituto Ramazzini e dai cittadini della provincia di Bologna. I primi risultati mostrano che gli erbicidi contenti glifosato anche quando somministrati a dosi attualmente considerate sicure dall’EPA americano (1,75 milligrammi per Kilogrammo di peso corporeo al giorno) sono in grado di provocare alcune alterazioni del microbioma intestinale, del sistema endocrino e lesioni patologiche di organi bersaglio.
La dott.ssa Fiorella Belpoggi, Direttrice del Centro di ricerca sul cancro “Cesare Maltoni” dell’Istituto Ramazzini, ha dichiarato che “dopo il nostro studio pilota ci sono ancora più domande sugli effetti dell’esposizione a glifosato, domande alle quali non è ancora possibile dare una risposta certa, compresa la questione della mancanza di consenso tra le autorità regolatorie e l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) sul potenziale cancerogeno di questa sostanza. I possibili effetti sulla salute degli erbicidi contenenti glifosato, comprese le alterazioni del microbioma, le interferenze endocrine e i difetti dello sviluppo osservati nel nostro studio pilota, non sono ancora state affrontati in maniera esaustiva, nonostante le preoccupazioni sollevate a livello globale”.
L’Istituto Ramazzini lancia ora un campagna di crowdfunding globale per finanziare il primo studio sistematico e integrato a lungo termine sull’erbicida più utilizzato al mondo. Lo studio fornirà dati solidi e senza precedenti per permettere alle agenzie regolatorie, ai governi e ai cittadini di tutti i paesi del mondo di rispondere alla domanda: il glifosato e i prodotti che lo contengono sono sicuri agli attuali livelli di esposizione?
“Qualunque sia il risultato del nostro studio” sottolinea la Dott.ssa Belpoggi “IARC, EFSA ed EPA potranno disporre di risultati solidi e indipendenti sui quali basare un’adeguata analisi dei rischi per la salute umana”.
Il prof. Philip J. Landrigan, Preside del Dipartimento di Salute Globale della Icahn School of Medicine at Mount Sinai, di New York, conclude che “questa è una straordinaria opportunità per i cittadini di supportare la scienza indipendente e di scoprire informazioni dettagliate sui possibili effetti per la salute del glifosato e dei prodotti che lo contengono”.
Lo studio verrà effettuato da scienziati indipendenti, presso l’Istituto Ramazzini, nel quale l’opinione pubblica ripone grande fiducia. I risultati che lo studio produrrà includono:
- Tossicità a lungo termine del glifosato e suoi formulati a dosi uomo-equivalenti
- Cancerogenicità a lungo termine del glifosato e suoi formulati a dosi uomo-equivalenti
- Effetti multigenerazionali del glifosato e suoi formulati a dosi uomo-equivalenti
- Effetti neurotossici del glifosato e suoi formulati a dosi uomo-equivalenti
- Effetti di interferenza endocrina a lungo termine del glifosato e suoi formulati a dosi uomo-equivalenti
- Effetti dell’esposizione a glifosato e suoi formulati durante la gravidanza sullo sviluppo della progenie, quando somministrato a dosi uomo-equivalenti
- Effetti del glifosato e suoi formulati sul microbioma intestinale a dosi uomo-equivalenti
Lo studio procederà attraverso 5 fasi successive: per ciascuna di esse è necessario raccogliere 1 milione di euro.
A partire dagli anni Settanta, gli studi sperimentali a lungo termine dell’Istituto Ramazzini hanno permesso di scoprire il potenziale cancerogeno di molte sostanze chimiche e hanno portato ad importanti cambiamenti a livello regolatorio; alcuni esempi includono il benzene, l’aspartame, il cloruro di vinile, il mancozeb e la formaldeide.
Per maggiori dettagli: https://glyphosatestudy.org
Contatti per i Media e per il Pubblico
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Telefono: +39 051 302252
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Con cinque anni di proroga al diserbante l’Europa ha tradito il mandato dei cittadini. “La proroga di cinque anni per un erbicida sospetto di cancerogenicità è la negazione totale del principio di precauzione su cui sono nate le politiche di tutela ambientale e della salute dell’Unione Europea. Il comitato che ha esaminato la richiesta ha concesso oggi pomeriggio la proroga soprattutto grazie al fatto che la Germania si è schierata a favore dei 5 anni. Una brutta pagina anche per il governo tedesco, che lascia pensare al fatto che dopo l’acquisizione di Monsanto da parte della Bayer, il governo di Berlino pensi alla protezione dell’ambiente e della salute in maniera nettamente più tiepida che in passato”.
E’ molto dura la reazione della Coalizione italiana StopGlifosato, espressa dalla portavoce Maria Grazia Mammuccini. “Il rinnovo dell’autorizzazione all’uso del Glifosato per altri 5 anni rappresenta un’autentica truffa ai danni dei cittadini europei e dell’ambiente. Le 51 associazioni che fanno parte della Coalizione, assieme al grande movimento di cittadini che si sono mobilitati in Italia e in Europa, aveva chiesto lo stop immediato per una sostanza sicuramente dannosa, al di là delle polemiche sulla cancerogenicità. Come sappiamo, i cosiddetti Monsanto papers hanno svelato le pressioni e le interferenze della multinazionale produttrice sulle istituzioni di controllo europee”, continua Mammuccini.
“Ci pareva comunque sensata la proposta del governo italiano che proponeva un’uscita definitiva entro il 2020, una proposta che teneva conto delle esigenze dei cittadini di difendere la propria salute e della tutela degli ecosistemi naturali, garantendo i tempi necessari per l’esaurimento delle scorte. Non è andata così: la proroga non sembra contenere una clausola di cessazione per l’uso del glifosato e non introduce limitazioni specifiche in relazione alla tutela degli ambienti acquatici, in aperta contraddizione con gli obiettivi della Direttiva UE sulle acque e le Direttive UE sulla Biodiversità, Habitat e Uccelli. C’è chi spera che l’opinione pubblica dimentichi il glifosato in questi 5 anni. Non sarà così. Già ora l’impegno dei cittadini ha evitato che la proroga fosse addirittura di 10 anni, come proposto dalla Commissione Europea. Di fronte alle istituzioni UE si apre anche il problema dell’ICE, l’iniziativa dei cittadini europei contro il glifosato che ha raccolto un milione e 300 mila firme in 4 mesi. Noi – promette la portavoce della Coalizione – terremo alta la pressione sia a livello nazionale che internazionale”.
Per essere sempre informato sulle attività della Campagna StopGlifosato seguici su Facebook,
(hashtag #StopGlifosato)
Aderiscono alla Coalizione italiana #StopGlifosato: ACP-ASSOCIAZIONE CULTURALE PEDIATRI - AIAB - ANABIO- APINSIEME – ARSIAL- ASSIS - ASSOCIAZIONE PER L’AGRICOLTURA BIODINAMICA - ASSO-CONSUM – ASUD – AVAAZ - CDCA – Centro Documentazione Conflitti Ambientali - CONSORZIO DELLA QUARANTINA – COORDINAMENTO ZERO OGM- COSPE ONLUS - DONNE IN CAMPO CIA LOMBARDIA – ECOFUTURO- EQUIVITA - FAI - FONDO AMBIENTE ITALIANO – FEDERBIO - FEDERAZIONE PRO NATURA - FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA - FIRAB – GIGA – GIROS - GREEN BIZ - GREEN ITALIA - GREENME – GREENPEACE – GUARDIA RURALE AUXILIA – KYOTO CLUB - IBFAN- ITALIA - IL FATTO ALIMENTARE- IL TEST - ISDE Medici per l’Ambiente - ITALIA NOSTRA – LEGAMBIENTE – LIFEGATE - LIPU-BIRDLIFE ITALIA - MDC-MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO - NAVDANYA INTERNATIONAL - NUPA-NUTRIZIONISTI PER L’AMBIENTE - PAN ITALIA – PesticideAction Network - REES-MARCHE - SLOW FOOD ITALIA - TERRA NUOVA - TOURING CLUB ITALIANO - UNAAPI-UNIONE NAZIONALE ASSOCIAZIONI APICOLTORI ITALIANI – UPBIO - VAS-VERDI AMBIENTE E SOCIETA’ - WWF ITALIA - WWOOF-ITALIA
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O.D.G. del Forum Stop Pesticidi del 16 novembre 2017
L’Assemblea del Forum Stop Pesticidi, riunitasi a Revine Lago il 16.11.2017 con la presenza di cittadini di una decina di realtà territoriali;
preso atto che:
La riunione del Comitato degli esperti dei 28 Paesi non ha raggiunto la maggioranza qualificata per approvare la proposta della Commissione UE che ha indicato in cinque anni il rinnovo dell’autorizzazione per il glifosato. La decisione slitta al 27 novembre.
Nove paesi, tra cui l’Italia, hanno chiesto la messa al bando del glifosato entro tre anni. Ma la Commissione è stata irremovibile sul proporre il rinnovo per cinque anni. La licenza per l’utilizzo del glifosato scade il 15 dicembre.
Il 24 ottobre scorso una risoluzione del Parlamento europeo ha chiesto di eliminare subito il glifosato per uso domestico e un divieto totale nell'Europa entro il 2022.
Il milione e trecentomila firme dei cittadini europei raccolte in tutta Europa perché una legge europea metta al bando l’erbicida dalle nostre campagne ha contribuito a bloccare il rinnovo decennale dell’erbicida e ad aprire una discussione in seno all’Ue.
La Coalizione Stop Glifosato ha spinto, già a partire dal 2015, per l’immediato stop all’uso di un diserbante che lo Iarc, l’istituto internazionale di ricerca sul cancro che è il braccio scientifico dell’OMS, ha messo tra le sostanze “probabilmente cancerogene per l’uomo”. Due agenzie europee di regolazione hanno assolto il glifosato: le tracce di una collusione con gli interessi dell’industria agrochimica e anche di un inquinamento dei dati sono stati resi noti nei cosiddetti Monsanto Papers grazie all’intervento della magistratura americana.
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- Esprime soddisfazione per il mancato raggiungimento della maggioranza qualificata sull’ipotesi del rinnovo di cinque anni proposto dalla Commissione e anche sull’ulteriore ipotesi di tre anni più due per lo smaltimento delle scorte.
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- Valuta con preoccupazione il rischio che la decisione finale sia demandata alla sola Commissione. Infatti se anche nella riunione del Comitato d'appello di fine novembre non dovesse esserci la maggioranza qualificata, le regole prevedono che Bruxelles possa adottare la proposta senza l'ok dei paesi.
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- Conferma il proprio impegno sia a livello locale che nazionale, per l’immediato stop alla produzione e all’uso del glifosato.
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Chiede la messa al bando di tutti gli erbicidi nella zona DOC e DOCG Prosecco
VOTATA ALL'UNANIMITA' DALLA ASSEMBLEA STOP PESTICIDI
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- By Assemblea Stop Pesticidi
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