Notiziario Stop Pesticidi
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Pubblichiamo l'interrogazione presentata il 7 marzo, dal parlamentare Federico D'Inca del MOVIMENTO 5 STELLE.
Interrogazione a risposta orale 3-00596
presentato da
D'Inca' Federico
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
data della firma: 07/03/2019
AL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
Stato iter: IN CORSO
Giovedì 7 marzo 2019, seduta n. 138
D'INCÀ. — Al Ministro per i beni e le attività culturali. —
Per sapere – premesso che:
la giunta del comune di Follina (Treviso) avrebbe dato parere favorevole per l'impianto di 18 ettari di vigneti in un'area in cui ne sarebbe vietata la piantumazione, secondo quanto previsto dal quarto comma dell'articolo 14/C del regolamento intercomunale, in quanto area soggetta a naturale sommersione e quindi a ristagno idrico per le difficoltà di scolo e/o drenaggio del terreno;
questi vigneti sarebbero situati in zone, sottoposte a vincolo paesaggistico, non vocate all'agricoltura e a ridosso del fiume Soligo, con possibili esondazioni e ristagno nei periodo piovosi; se poi si considera che l'uso dei pesticidi sarà con molte probabilità abbondante per compensare con la quantità la scarsa qualità del prodotto, si comprende come siano giustificate le preoccupazioni della popolazione del comune di Follina su un probabile sviluppo tossico dell'area interessata;
non sono note le ragioni per le quali la giunta non abbia tenuto conto di queste considerazioni nella sua decisione che attengono alla tutela della salute dei cittadini, oltre che alla salvaguardia dell'ambiente, della fauna e della biodiversità del suo territorio, nonché dei sopracitati profili paesaggistici;
della questione, a quanto risulta all'interrogante, sarebbe stata investita la Soprintendenza di Venezia, ma al momento non si conoscono ancora gli esiti dell'analisi effettuata dagli uffici preposti;
se sia al corrente della situazione e quali siano, per quanto di competenza, i suoi orientamenti in merito.
(3-00596)
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Misurazione di pesticidi nell’aria effettuata a Vinschgau nel 2018.
I risultati di una indagine curata da Istituto per l'ambiente di Monaco di Baviera nel 2018
I risultati dimostrano nel complesso, in maniera chiara, un trasporto considerevole di pesticidi lungo distanze chilometriche fino a giungere in vallate laterali isolate.
I risultati certificano in maniera chiara le condizioni di difficoltà in cui si trovano le aziende biologiche nell’ambiente dei meleti intensi e convenzionali.
Inoltre, i risultati indicano un aspetto di rischio, finora sottovalutato: in confronto con sostanze attive singole vi è una contaminazione totale con i pesticidi decisamente più alta e continua lungo il decorso di una stagione, e con ciò un corrispondente potenziale di rischio più alto.
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Per un’agricoltura libera da veleni:
incontro con Vandana Shiva
Giovedì 7 marzo 2019 – dalle ore 14.30 alle ore 15.30
Presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati (Palazzo Montecitorio, Via della Missione 4) ROMA
– L’agricoltura del futuro rispetta la terra e la vita. Fertilizzanti chimici e pesticidi per decenni hanno contribuito a contaminare terra, acqua, aria, avvelenando gli abitanti delle aree rurali e tutti coloro che si nutrono di questi prodotti. Il fallimento di un simile modello agricolo è ormai sotto gli occhi di tutti. Il sistema alimentare industriale è al centro della crisi climatica e dell’estinzione delle specie, è alla base della fame e della crisi sanitaria. Ovunque nel mondo si stanno sviluppando sistemi alimentari ecologici basati sulla solidarietà e sulle economie circolari. Questo è il motivo per cui l’industria agroalimentare sta cercando di attaccare il biologico e le produzioni locali. Sempre più studi, compresi quelli della FAO, dimostrano come l’agroecologia sia ormai l’unica strada percorribile per produrre cibo sano su scala mondiale, ridurre gli sprechi e le diseguaglianze nell’accesso delle risorse, contrastare i gravi cambiamenti climatici in atto e difendere la sempre più compromessa sovranità alimentare dei popoli mettendo al primo posto la tutela della salute dei cittadini e il futuro di tutti noi.
Se ne parlerà giovedì 7 marzo 2019, dalle ore 14.30 alle ore 15.30, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati con: Vandana Shiva – Presidente di Navdanya International, Ulrich Veith – Sindaco di Malles, Davide Marino – Università Roma Tre, Nadia El-Hage Scialabba – TMG Think tank for Sustainability-Berlin, Patrizia Gentilini – Isde. A cui parteciperanno: Tiziano Quaini – coordinatore dell’Associazione Veneta dei Produttori Biologici e Biodinamici rappresentante Marcia Stop Pesticidi, Claudio Bizzotto – Terra Chiama, Comitato genitori Asilo San Giacomo, Maria Grazia Mammuccini – Federbio.
Durante la conferenza stampa si parlerà anche dei tanti esempi concreti di buone pratiche, testimonianze di come non solo sia possibile ma addirittura più efficiente e conveniente produrre e consumare senza ricorrere a sostanze chimiche velenose. Lo dimostrano lo stato himalayano del Sikkim, che ha convertito la propria produzione ad un modello 100% biologico, la Biodiversity Conservation Farm di Nadvanya in India, vero e proprio santuario della biodiversità dove ogni contaminante tossico è bandito e dove si apprendono i principi dell’agroecologia presso l’Università della Terra. E in Italia, il piccolo comune di Malles (Alto Adige) che nel 2015 ha indetto un referendum, vinto a larga maggioranza, per divenire il primo comune pesticide free. Quella dei fitofarmaci è oramai una questione globale e sempre più cittadini, amministrazioni e organizzazioni dimostrano una sempre più alta attenzione sul tema. Tra questi Marcia Stop Pesticidi, uno dei movimenti bottom up più dinamici che danno voce agli abitanti delle campagne avvelenate dall’agricoltura industriale; l’Associazione Veneta dei Produttori Biologici e Biodinamici; Federbio; Terra Chiama e il Comitato genitori Asilo San Giacomo, che proprio in questi giorni sta lottando contro l’ennesimo vigneto intensivo costruito di fianco a una scuola.
Proprio per promuovere la sinergia dei movimenti e delle realtà produttive locali e per dare maggiore impulso alla necessaria fase di transizione, Navdanya International lancerà la Campagna internazionale Poison-free Food and Farming 2030 – Cibo e Agricoltura liberi da pesticidi 2030. All’evento parteciperanno i parlamentari: Sara Cunial (M5S); Silvia Benedetti (Misto); Susanna Cenni (Pd); Saverio De Bonis (Misto); Rossella Muroni (LeU).
Modera Ruchi Shroff – direttrice di Navdanya International. Per accedere alla conferenza stampa è necessario accreditarsi entro e non oltre le ore 10.00 di mercoledì 6 marzo 2019.
Si ricorda che per accedere per gli uomini è necessario indossare la giacca. La conferenza stampa sarà trasmessa in diretta streaming sul canale Web Tv della Camera dei Deputati. Contatti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per informazioni e interviste: Ufficio Stampa Navdanya International tel. 328 6334318 – 329 8622125 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Vitigni resistenti. Si apre il dibattito dentro il movimento Stop Pesticidi e nella Rete Contadina sulle nuove tecniche di produzione alternative alla viticoltura industriale chimica e tossica.
A Cappella Maggiore, giovedi 7 marzo.
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FOLLINA - Parere legale alla mano, il gruppo “Per i nostri bambini” riparte con la propria battaglia affinché nuovi vigneti in località Ligonto e Palù, al confine con Miane, non vengano piantumati. Si tratta di terreni, con una superficie equivalente a 35 campi da calcio, che sono in buona parte aree esondabili o soggetto a ristagno idrico lungo il fiume Soligo.
Già il Comune aveva tentato di fermare l’impianto, ma non avendo strumenti legali si è dovuto arrendere. Ora ci prova il gruppo, supportato da un nuovo parere legale, nove pagine in cui le norme in vigore vengono dettagliatamente analizzate per giungere alla conclusione che in queste aree non si potrebbe piantumare il vigneto proprio per la loro caratteristica di zone esondabili o soggette a ristagno d’acqua.
Il parere è stato inviato al Comune di Follina e alla Regione Veneto. «L’attuale dilagare di permessi per nuovi impianti a vigneto nel nostro territorio ci ha costretti a ricorrere ad un parere legale per affermare e pretendere il rispetto del regolamento intercomunale di polizia rurale, – scrive “Per i nostri bambini” - il rispetto delle norme tecniche operative del piano degli interventi, la tutela della salute pubblica applicando il principio di precauzione e la salvaguardia dell’ambiente già troppo violentato e sfruttato, oltre alla salvaguardia della fauna, e lo stop alla monocoltura e all’uso e abuso di pesticidi in agricoltura».
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Spett.le Comitato Marcia Stop Pesticidi,
venuta a conoscenza di un recente articolo pubblicato sulla stampa locale in cui si afferma che non vi è correlazione fra esposizione a pesticidi e insorgenza di cancro autorizzo la diffusione del commento sotto riportato. Cordiali saluti, Patrizia Gentilini
ARTICOLO DEL GAZZETTINO DEL 15/02/2019 > scarica il PDF
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Senza voler offendere nessuno, ritengo che negare una correlazione tra i pesticidi usati nella regione del prosecco e l'insorgenza di tumori è, questa sì, una cosa che non ha alcun fondamento scientifico. Oramai la letteratura scientifica che correla l'esposizione a pesticidi all'insorgenza di cancro è a dir poco sterminata, a parte il fatto che gli effetti dei pesticidi sulla salute non possono essere limitati ai soli tumori, ma purtroppo ad una serie di altre patologie, oggi in drammatica espansione, quali diabete, patologie respiratorie, malattie neurodegenerative, cardiovascolari, disturbi della sfera riproduttiva, infertilità maschile, disfunzioni metaboliche ed ormonali, patologie autoimmuni, disfunzioni renali. Si tratta di aumenti del rischio statisticamente significativi ( non attribuibili al caso) che dapprima si sono evidenziati per esposizioni professionali, ma che ormai riguardano anche la popolazione generale che viene esposta per via residenziale, alimentare etc. Queste molecole sono infatti ormai presenti in aria, acqua, suolo, cibo, nei nostri corpi e nello stesso latte materno, rappresentando un vero e proprio problema di salute pubblica ed è per me sinceramente incomprensibile come un Dirigente della Sanità Pubblica possa sottovalutarne l’impatto. Ricordo che le conseguenze sono particolarmente gravi per esposizioni - anche a dosi minimali - che si verificano durante la vita embrio-fetale e la prima infanzia, comportando in special modo danni sullo sviluppo cerebrale, dall’autismo alla perdita di Quoziente Intellettivo, come la recente puntata di Presa Diretta ha dimostrato intervistando i massimi esperti mondiali del problema. Ma tornando all’articolo sul giornale in cui il dott. Cinquetti, responsabile dell'Igiene Pubblica dell'Ussl della Marca trevigiana, rassicura sulla assenza di correlazione fra cancro e prosecco, mi chiedo se il Collega è un'autorità scientifica di un tale livello da poter negare la validità e la correttezza di migliaia di studi, pubblicati su riviste prestigiose e come tali sottoposti a peer review. Lo studio citato nell'articolo, di cui egli è uno dei due Autori, è forse stato pubblicato su una rivista scientifica internazionale e sottoposto al vaglio di autorevoli scienziati? Non potendo disporre dello studio (che non si sa se ed eventualmente su quale rivista scientifica sia stato pubblicato) si possono fare solo alcune considerazioni di carattere generale, tuttavia sufficienti per affermare che non esiste alcuna relazione tra i contenuti dello studio (per lo meno quelli riportati nell'articolo del giornale) e la correlazione tra tumori e pesticidi utilizzati nei vigneti del prosecco: in altre parole, lo studio non può in alcun modo essere utilizzato per negare l'esistenza di una tale correlazione. Vediamo perché:
1. Per poter stabilire se esista o meno una correlazione tra tumori e pesticidi usati nei vigneti del prosecco, occorre individuare un parametro in grado di stabilire la maggiore o minore esposizione della popolazione ai pesticidi : la residenza o meno in uno dei comuni dell'area del prosecco NON è certo il parametro giusto, per almeno due motivi:
- perchè considera tutti i residenti nei comuni del prosecco come se fossero ugualmente esposti, mentre ve ne sono alcuni particolarmente esposti (quelli che abitano a ridosso dei vigneti) ed altri poco o niente esposti (ad esempio quelli che abitano nei centri urbani e/o lontano dai vigneti)
- perchè considera come non esposti i residenti in altri comuni, senza tener conto del fatto che possono essere esposti ad altri fattori di rischio per le patologie tumorali
2. Sotto il profilo degli effetti cancerogeni sulla popolazione dei trattamenti con pesticidi, la mortalità per tutti i tumori NON è, a sua volta, idonea a evidenziare la relazione tra pesticidi e tumori, anche in questo caso almeno per due motivi:
- perché, se è ben vero che chi muore per un tumore certamente lo ha contratto, non è detto affatto che chi ne ha contratto uno, ne muoia, in quanto a seconda del tipo di tumore contratto e del momento in cui è stata fatta la diagnosi, può guarirne. Sappiamo che alcuni dei tumori tipicamente correlati all'esposizione a pesticidi, come ad esempio linfomi e leucemie, hanno percentuali di guarigione superiori rispetto ad altri tumori, per cui considerare la mortalità per tumore anziché la loro incidenza porta ad una non trascurabile sottostima degli effetti tumorali dei pesticidi
- perchè non distinguere tra tumori più specificamente correlati all'esposizione a pesticidi e tumori maggiormente correlati ad altri agenti cancerogeni introduce un grave fattore di confondimento di cui sembrerebbe non si sia tenuto conto.
3. Da quanto riportato nell'articolo, del resto, è lo stesso dott. Cinquetti a rivelarci che lo studio, se effettivamente condotto per indagare la relazione tra pesticidi usati nei vigneti del prosecco ed insorgenza di tumori, ha utilizzato dei criteri inadeguati allo scopo per non dire del tutto errati. Ci spiega infatti il dott. Cinquetti che "il territorio ... ha dei comportamenti positivi di carattere generale, un reddito medio della popolazione rispetto al resto del Veneto", rivelandoci già qui che la popolazione del territorio del prosecco non è omogenea con le popolazioni con le quali è stata confrontata (è ben noto che lo stato socio economico delle popolazioni è un importante fattore di confondimento di cui occorre tenere conto negli studi epidemiologici). "A questo si aggiungono diagnosi sempre più precoci, con possibilità chirurgiche buone e un miglioramento importante delle disponibilità terapeutiche" aggiunge ancora il dott. Cinquetti, confermando così il macroscopico errore di aver scelto la mortalità anziché l'incidenza come indicatore degli effetti tumorali dei pesticidi usati nei vigneti del prosecco.
4. Lo stesso dott. Cinquetti poi ci spiega che i motivi della minore mortalità per tumore nella Marca trevigiana "sono riconducibili a fattori genetici, allo stato socio-economico che si collega con l'alimentazione e con l'attività fisica e al consumo di tabacco e alcol , che giocano un ruolo meno importante".
Cosa abbia a che fare tutto questo con la coltivazione dei vigneti del Prosecco, però, il dott. Cinquetti non ce lo spiega, anzi, proprio sulla base di quanto egli ci rivela, possiamo ribaltare la sua affermazione con cui si apre l'articolo: "NON correlare il Prosecco ai tumori è una cosa che non ha fondamento scientifico".
Dott.ssa Patrizia Gentilini
Specialista in Oncologia Generale ed Ematologia
Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia
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La transizione verso sistemi alimentari locali, ecologici e diversificati è un imperativo sociale, economico e democratico
Road map: il percorso del cambiamento
Azioni civiche
• Conservare, coltivare e rinnovare varietà di semi tradizionali in grado di preservare la biodiversità e quindi la diversità necessaria alla nostra salute: una banca di semi viventi e non
un "museo" del germoplasma.
• Coltivare orti, anche a livello urbano, che favoriscano la diffusione di varietà nutrienti.
• Creare e supportare economie alimentari locali, mercati contadini, biodistretti, gruppi di acquisto solidali.
• Creare connessioni tra le scuole, gli ospedali, i centri di cura, i sistemi alimentari locali e i sistemi produttivi biologici per la fornitura di alimenti freschi e diversificati.
• Creare zone, comunità, aziende agricole e sistemi alimentari liberi da veleni.
• Richiedere l’etichettatura dei prodotti chimici e degli Ogm sulla base del diritto fondamentale all’informazione e alla consapevolezza.
• Interrompere l’attuale sistema di incentivi pubblici, finanziato dalle tasse dei cittadini, che supporta modelli alimentari dannosi per la salute per indirizzare l’aiuto pubblico verso
politiche in grado di promuovere pratiche agricole sostenibili e un’alimentazione salutare.
• Non cooperare con leggi che impongono sistemi agroalimentari non salutari opponendosi in base ai principi della resistenza alimentare e della disobbedienza civile.
Azioni governative locali, regionali, nazionali e internazionali
• I governi locali dovrebbero riappropriarsi del loro diritto a tutelare la salute pubblica in base al principio di sussidiarietà e a promuovere economie alimentari locali sane.
• I governi regionali dovrebbero promuovere la biodiversità locale bioregionale.
• I governi nazionali dovrebbero essere guidati in tutte le politiche e leggi dal primato del diritto alla salute dei cittadini e delle generazioni future.
• I governi dovrebbero sostenere politiche adeguate che favoriscano l’accesso a frutta e verdura di qualità, il cui costo resta spesso proibitivo nonostante le raccomandazioni al
consumo, anche alle fasce più deboli della popolazione.
• Le sovvenzioni pubbliche dovrebbero essere re-indirizzate dai sistemi dannosi per la salute ai sistemi, basati sull’agroecologia e sulla conservazione della biodiversità, che
garantiscono benefici per la salute e proteggono i beni comuni.
• I governi dovrebbero vietare l’uso di sostanze chimiche contaminanti e difendere invece la biodiversità e promuovere l’agroecologia.
• I governi dovrebbero varare politiche di valutazione del danno causato dalle sostanze chimiche e applicare il principio per cui “chi inquina paga” e il principio di precauzione per
pesticidi e additivi alimentari 1. Dovrebbero inoltre supportare campagne pubbliche di sensibilizzazione e favorire aggiornamenti urgenti della legislazione che si basino su risultati
scientifici indipendenti.
• Le politiche relative all’agricoltura, ai prodotti alimentari, alla nutrizione e alla salute dovrebbero essere integrate tra loro.
• Le regole del commercio e gli accordi di libero scambio dovrebbero essere riformulati valutando gli impatti reali sull’agricoltura, sui sistemi alimentari, sull’ambiente e sulla salute,
preservando la sovranità alimentare e la sicurezza dei propri cittadini.
• Le istituzioni dovrebbero valorizzare e promuovere la transizione verso regioni biologiche, prive di pesticidi e veleni.
• La partecipazione dei cittadini deve essere considerata essenziale per la creazione della democrazia alimentare e di sistemi agroalimentari sani.
Cambiamenti nelle norme e nei sistemi di commercio internazionale: responsabilità delle Nazioni Unite e dei loro organi competenti
a) L’Onu è un soggetto globale di natura dichiaratoria e regolatrice. Occorre attribuire un’elevata priorità all’elaborazione, da parte delle Nazioni Unite, di un trattato globale e
comprensivo, volto a ridurre al minimo gli effetti negativi dell’uso di sostanze chimiche e di altre pratiche pericolose per la salute e la protezione dell’ambiente, che dia
particolare attenzione alla diversità biologica e offra un quadro fondato sui principi applicabili in materia di diritti dell’uomo.
b) Gli obiettivi di tale proposta sono i seguenti:
• individuare e rimuovere i doppi standard tra i paesi, in particolare quelli dannosi per i paesi più insicuri dal punto di vista alimentare e che dispongono di conoscenze e sistemi
normativi più deboli.
• elaborare politiche volte a ridurre l’uso di pesticidi a livello mondiale e a sviluppare con urgenza una cornice per il divieto e la graduale eliminazione dei pesticidi altamente pericolosi
e tossici.
• promuovere l’agroecologia, e i relativi approcci, come metodo di produzione alternativo all’attuale dipendenza dall’agricoltura industriale, basata sulla monocoltura e sul massiccio
uso di sostanze chimiche.
• responsabilizzare i produttori di pesticidi che rifiutano di seguire gli orientamenti volontari.
c) Per raggiungere questi obiettivi, la sensibilizzazione e la promozione dei vari accordi “non vincolanti” rappresentano un passo essenziale per la trasformazione dell’agricoltura a
beneficio della salute umana: per esempio, l’attivazione di vari strumenti esistenti stabiliti dall’Onu, come il "Decennio d’azione delle Nazioni Unite sull’alimentazione", nonché delle
Ong e delle reti accademiche per creare un “piano generale per la nutrizione” con un calendario e obiettivi di bilancio specificamente concepiti per soddisfare le esigenze
nazionali. L’Onu può dare un grande contributo al raggiungimento di obiettivi nutrizionali ambiziosi e garantire il diritto di ogni persona a un’alimentazione e a una nutrizione
adeguate utilizzando la sua posizione di incontro e coordinamento a livello globale.
d) L’Onu dovrebbe incoraggiare gli Stati ad adottare un’iniziativa analoga alla convenzione quadro dell’Oms per la lotta contro il tabagismo al fine di regolamentare l’industria
alimentare e proteggere le persone dagli effetti negativi sulla salute e sulla nutrizione degli alimenti altamente trasformati.
e) Le agenzie e i programmi dell’Onu devono istituire meccanismi coordinati di trasparenza, responsabilità e partecipazione, che tengano conto delle prospettive delle parti
interessate, per garantire che la moltitudine di obiettivi alimentari esistenti sia attuata in modo coerente, armonico e sinergico, evitando lacune, con scadenze e indicatori chiari
per valutare i progressi e che tengano conto dei valori democratici della partecipazione e dell’interazione.
f) Le normative internazionali devono essere articolate e attuate per limitare le azioni incontrollate dei potenti attori economici transnazionali che hanno portato all’invasione dei
mercati globali con cibo spazzatura e molti tipi di alimenti trasformati non conformi alle norme internazionali in materia di nutrizione. A questo proposito, sono molto apprezzati i
negoziati in seno al Consiglio per i diritti umani per istituire uno strumento giuridicamente vincolante che regoli le attività delle imprese transnazionali.
g) L’attuazione dei principi guida dell’Onu sulle imprese e i diritti umani, per garantire la responsabilità delle imprese del settore alimentare, nonché lo sviluppo e l’applicazione di
normative che proteggano i diritti delle vittime di violazioni dei diritti umani, nel pieno rispetto degli obblighi extraterritoriali degli Stati e di altri soggetti interessati.
h) Le regole del commercio internazionale dovrebbero essere riesaminate per accertarsi che non prevarichino le politiche sanitarie e nutrizionali nazionali. L’Omc non dovrebbe
interferire con le normative locali, che prevedono legittimamente imposte sui prodotti alimentari, tariffe o altre restrizioni e incentivi di mercato.
i) Riconoscendo la particolare vulnerabilità delle donne alla malnutrizione, il quadro internazionale dei diritti umani dovrebbe tutelare il loro diritto a un’alimentazione adeguata.
L’emancipazione delle donne deve essere saldamente integrata nelle strategie nutrizionali 2.
NOTE
1 Diamanti-Kandarakis, E. et al, “Endocrine-disrupting chemicals: an endocrine so-ciety scientific statement”, Endocrine Reviews, 2009,
vol. 30, pp. 293-342.
2 Paragraphs from UN SR on right to food reports UN: A/71/282 and A/HRC/34/48. Riprodotto e liberamente tradotto con il consenso
degli autori.
Estratto da:
Manifesto “Food for Health” (Cibo per la Salute), Navdanya International, Terra Nuova Edizioni, 2018
Materiali di approfondimento:
Campagna “Food for Health” (Cibo per la Salute)
"La salute del pianeta e la salute delle persone sono una cosa sola"
Per scaricare il Pdf dell'articolo: CLICCA QUI
Navdanya International
Via Marin Sanudo 27, 00176 Roma
Piazzale Donatello 2, 50132 Firenze
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www.navdanyainternational.it - www.navdanya.org - www.seedfreedom.info
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Scarse sono le ricerche scientifiche sul fenomeno della deriva dei pesticidi usati in agricoltura. Un contributo importante allo studio della "deriva", è stato da poco messo in rete da European Consumer. Autore è l'Ing. Chimico Marcos Tomasoni, del Collettivo Stop ai Pesticidi Córdoba, pubblicato in Argentina nel novembre 2013.
La traduzione è di Chiara Madaro.
Di seguito: il sommario e l'introduzione.
Sommario
Il fenomeno della diffusione dei pesticidi in atmosfera si chiama tecnicamente ‘deriva’. Esiste una modesta bibliografia che affronti questo fenomeno con un approccio complesso, dato che è stato sviluppato solo lo studio della deriva degli agrochimici al momento in cui vengono applicati generando quello che si definisce Deriva Primaria. Questo lavoro procede ad un approccio ad ampio raggio riguardo i movimenti dei pesticidi in atmosfera partendo da considerazioni che investono gli effetti climatici e fisiochimici in tempi successivi all’applicazione.
Le evidenze di tali movimenti ci offrono elementi sufficienti per concludere che le applicazioni di pesticidi sono incontrollabili, rendendo impossibile la prevenzione dalla contaminazione rispetto all’ambiente e alle popolazioni esposte nel tempo alle aspersioni.
Introduzione
Dal momento che i pesticidi fin dalla metà del XX secolo hanno fatto parte delle strategie produttive diventando strumento di uso quotidiano da parte dei produttori e dei lavoratori agricoli e malgrado abbiano consentito un aumento dei rendimenti produttivi e la qualità esteriore o ‘formale’ del prodotto, hanno generato notevoli effetti dannosi: contaminazione di corsi d’acqua e suolo, scomparsa di specie animali e vegetali e intossicazioni negli esseri umani (Souza Casadinho, 2013). E’ abbondante la bibliografia scientifica che evidenzia la relazione tra agrochimici e il deterioramento della salute delle popolazioni esposte (Ntzani y col., 2010). Vengono prodotti anche lavori scientifici sui meccanismi per i quali questi composti favoriscono malattie tra le specie sperimentali (Paganelli e col., 2010). Ma non sono comuni le informazioni tecniche sui meccanismi che spiegano in che modo questi pesticidi arrivano alle popolazioni. Gli studi sulla deriva considerano solo le possibilità di movimento dei pesticidi al momento dell’applicazione, senza approfondire ciò che succede con le molecole polverizzate generate dall’aspersione.
Prendendo in considerazione la deriva limitatamente al momento dell’applicazione, i tecnici specializzati raccomandano una serie di provvedimenti considerando variabili climatiche e tecnologiche allo scopo di minimizzare questo fenomeno indesiderato (Brambilla, sf).
Il problema del controllo dei pesticidi nell’ambiente è al centro del dibattito sulle normative che garantiscano i diritti costituzionali del vivere in un ambiente sano, adatto ed equilibrato (Costituzione Nazionale Argentina, Art. 41). Un aggravante in questa tematica è l’aumento geometrico nei volumi di agrochimici diffusi nell’ambiente della Repubblica Argentina, come corollario di un modello agro produttivo basato sulle monocolture di semi transgenici e additivi chimici.
Recentemente CASAFE (Camera di Sanità Agricola e Fertilizzanti della Repubblica Argentina) ha pubblicato delle informazioni sulla evoluzione del mercato argentino:il consumo dei pesticidi è aumentato dell’858% negli ultimi 22 anni, mentre la superficie coltivata ha subito un incremento del 50% e il rendimento delle coltivazioni è aumentato solo del 30%. In Argentina esiste un grosso giro d’affari per l’industria mondiale di veleni (capeggiata da Monsanto e Bayer) e si genera, così, un problema per la salute collettiva (Red de Médicos de Pueblos Fumigados de Argentina, 2013).
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