Notiziario Stop Pesticidi
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GIORNATA STOP PESTICIDI 2019
Abbiamo manifestato in 7 località diverse
Hanno aderito formalmente 227 realtà, dalle grandi associazioni internazionali, nazionali e regionali, ai piccoli gruppi di paese.
Ogni singola partecipazione è stata importante
Abbiamo camminato tutti col passo degli ultimi
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Siamo i ragazzi del FFF.
Noi ci presentiamo così e forse è proprio per il nostro essere "ragazzi" che non veniamo presi davvero in considerazione.
Ecco, in realtà è proprio per il nostro essere giovani, per la nostra voglia di soddisfare i nostri sogni e di costruirci un percorso di vita che siamo qui oggi.
Abbiamo scelto di essere presenti perché guardandoci intorno siamo rimasti sconvolti da cosa sta accandendo.
E se proprio ci ostinassimo a ignorare lo scioglimento dei ghiacci, la plastica nell'oceano e la deforestazione dell'Amazzonia avremmo comunque sotto i nostri occhi l'orrido spettacolo della (nostra) campagna non solo tagliata a brandelli dai vigneti ricavati in ogni angolo di verde, ma anche e soprattutto intossicata da tonnellate di pesticidi. Durante e dopo l'applicazione, i pesticidi vengono a contatto con vari organismi non bersaglio, di conseguenza interferiscono sulla loro vita.
Anche i microrganismi del terreno subiscono delle alterazioni negative. Per fare un esempio, le api (che producono il 70% dell'impollinazione delle specie vegetali e costituiscono il 35% della produzione globale di cibo) sono attaccate da questi al sistema nervoso centrale, di conseguenza non riescono a tornare all'alveare e muoiono. Più pesticidi, meno api, meno biodiversità. La quantità di questi pesticidi impiegata è a tal punto elevata che è come se negli ultimi anni ognuno di noi avesse scaricato nell'aria che respiriamo, nell'acqua che beviamo e nel cibo che mangiamo 5.5kg di sostanze tossiche e inquinanti.
Noi oggi siamo qui per dire che è un nostro dovere e diritto anteporre ai guadagni la salute di noi stessi, del nostro territorio e dei nostri cari.
Soluzioni alternative ci sono, è fondamentale cambiare strada subito, prima che sia definitivamente troppo tardi.
Noi FFF ci siamo e speriamo di avere tanto sostegno: insieme possiamo cambiare le cose!
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In occasione dell’ annuale appuntamento della Marcia “StopPesticidi”, ISDE Treviso intende far pervenire il suo messaggio di buona riuscita della manifestazione che, per modalità e partecipazione, rappresenta un vibrato richiamo e formidabile momento di sensibilizzazione dell’ opinione pubblica rivolti alla tutela della salute dei cittadini tutti in particolare dei più deboli e fragili, quali i bambini, le donne e gli anziani e dell’ ecosistema.
ISDE TV coglie pertanto l’ occasione per ribadire quanto sostenuto dall’ Associazione Nazionale dei Medici per l’ Ambiente nel suo documento “ I Pesticidi, le buone pratiche in agricoltura e la tutela della salute”:
“Le evidenze scientifiche di tossicità acuta e cronica associate all’esposizione ai pesticidi sono di gran lunga più solide e convincenti delle evidenze di safety documentate dagli studi effettuati o finanziati dai produttori. Per questa ragione, sussistono fondati motivi per chiedere l’applicazione del Principio di precauzione per tutte le sostanze i cui effetti siano ancora poco chiari, in fase di studio, o del tutto sconosciuti. Per tutte le sostanze, la cui tossicità sia stata documentata scientificamente è necessaria l’adozione di rigorose misure di protezione e di prevenzione e, nei casi più gravi, l’ imposizione di divieti totali e forti limitazioni d’ uso, nonché il ritiro dal commercio, l’applicazione di sanzioni proporzionate ai danni ambientali/sanitari/ economici indotti dai produttori e dagli utilizzatori di pesticidi e il risarcimento pecuniario per compensare i danni arrecati a persone, cose e risorse pubbliche e private”.
ISDE ITALIA chiede un cambiamento di rotta nella politica agroalimentare italiana e della Unione Europea. ISDE Veneto
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IN MARCIA PER DIRE STOP PESTICIDI
DOMENICA 19 MAGGIO MARCE STOP PESTICIDI IN DIVERSE LOCALITA' ITALIANE,
PER IL WWF SERVE UN NUOVO PAN PESTICIDI CHE TUTELI LA SALUTE DEI CITTADINI E LA NATURA
A livello europeo e nazionale sta crescendo una diffusa consapevolezza nei cittadini-consumatori sull’urgenza di adottare provvedimenti per limitare l’utilizzo dei pesticidi, in particolare in agricoltura ma anche nelle nostre città per la gestione del verde urbano pubblico e privato.
Per il WWF serve un cambio di paradigma che ribalti completamente l’approccio considerando l’uso della chimica di sintesi l’ultima ratio nelle pratiche agronomiche, vietando l’uso dei pesticidi quando non sussistono comprovate situazioni di emergenza e quando il loro uso può essere sostituito con pratiche meccaniche, come nel caso dei diserbanti. Non è casuale che il pesticida maggiormente presente nelle acque sia proprio il glifosato, il diserbante piu’ utilizzato in agricoltura. I dati ISPRA confermano che i livelli di inquinamento da glifosato sono ormai fuori controllo e l’unica soluzione da adottare con urgenza è la sua eliminazione dal mercato o quanto meno divieto di utilizzo in tutte le aree vulnerabili per la presenza di corsi d’acqua o del reticolo idrografico superficiale.
All’emergenza pesticidi le Associazioni, i comitati di cittadini e molti Amministratori locali rispondono domenica 19 maggio in diverse localià del nostro Paese con marce e presidi per chiedere la limitazione dell’uso dei pesticidi, in particolare nelle aree agricole periurbane o in prossimità delle abitazioni, come avviene nell’area della produzione del prosecco e delle mele nel nord Est d'Italia, da dove è partita l'iniziativa della Marcia Stop Pesticidi.
Il WWF nella giornata di domenica rilancerà la richiesta ai tre Ministri, Ambiente, Agricoltura e Salute, di approvazione del nuovo PAN Pesticidi (scaduto il 12 febbraio scorso) che garantisca una maggiore tutela della salute dei cittadini e di specie ed habitat naturali.
Dott. Franco Ferroni
Responsabile Agricoltura & Biodiversità
Specialista Senior Area Conservazione
WWF Italia
Via Po 25/c
00198 ROMA
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Il vangelo della terra e la scienza per l’uomo
Il dialogo, che Fiorella Belpoggi e padre Ermes Ronchi hanno offerto alle 500 persone convenute all'Abbazia di Follina ieri sera, può esser condensato in queste parole: la responsabilità verso l'ambiente non è questione di "stile di vita", è questione di VITA.
La vita che va difesa e affermata con una nuova visione sociale dell'ambiente. Una visione che si oppone all'aggressione che subiamo attraverso l'uso di pericolose sostanze chimiche a sostegno di forme intensive di produzione agricola e industriale.
Una visione che afferma che l'uomo è "parte" del vivente, di una natura che non può essere ridotta a fine strumentale.
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Appuntamenti a Bologna, Bentivoglio e San Lazzaro di Savena
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AGROINDUSTRIA - ALLEVAMENTI: UN MEGASISTEMA ALIMENTARE CHE DEVASTA IL MONDO, INVECE DI NUTRIRLO
UN SETTORE TOTALMENTE ANTIECOLOGICO.
I pesticidi sono l’aspetto minaccioso e sgradevole di un problema molto più ampio: è l’intero sistema alimentare dominante ad essere sotto accusa. Il megasistema dato dalla connessione tra Agroindustria e Allevamenti è ormai riconosciuto dalla letteratura scientifica internazionale come un apparato di degrado e distruzione su vasta scala. Esso infatti si colloca al primo posto per quanto riguarda: la desertificazione dei terreni; l’inquinamento di aria e terra; il consumo di acqua e di suolo fertile; l’ aggressione alla biodiversità e ai servizi ecosistemici; lo stravolgimento di fondamentali cicli vitali quali quelli dell’azoto e del carbonio. Inoltre, è in prima posizione anche per quanto concerne l’emissione dei gas serra più potenti, vale a dire metano e protossido di azoto; in conseguenza di ciò, il solo ciclo della carne è valutato come il primo agente di effetto serra, con oscillazioni variabili dal 18% (FAO 2006) al 51% del totale (Goodland-Anhang 2009), cui andrebbero aggiunte le restanti emissioni agroindustriali. I movimenti per il clima risulteranno del tutto velleitari e inconcludenti, se eviteranno di confrontarsi con questi dati essenziali e inaggirabili.
UN SETTORE TOTALMENTE ANTIECONOMICO.
La retorica sviluppista è solita acclamare in modo acritico la straordinaria capacità produttiva del settore; tuttavia, questa esaltazione unilaterale occulta il lato oscuro di tale crescita, vale a dire gli smisurati costi ambientali e sociali che l’accompagnano come un’ombra. I costi ambientali principali sono quelli sopra citati, e il loro valore è, a rigore, così imponente da travalicare qualsiasi valutazione economica, per quanto elevata: i servizi ecosistemici, così come i cicli vitali del carbonio e dell’azoto, sono basilari per la vita cosmica, non sono sostituibili con la tecnologia e non sono compensabili con punti di PIL e di fatturato aziendale. Basterebbe questo per decretare il carattere pesantemente “antieconomico” dell’agroindustria, nella misura in cui si spinge ad aggredire perfino gli inestimabili pilastri ecologici che sostengono la rete della vita, in nome del profitto e della crescita irresponsabile. In aggiunta, occorre focalizzare che l’agroindustria risulta fortemente inefficiente (in perdita) anche da un punto di vista energetico, poiché impiega circa dieci unità energetiche per ricavarne solo una in cibo (D. Pimentel e coll.), e nel settore della carne va ancora peggio: ma le passività energetiche, così come quelle ambientali, non gravano sulle multinazionali del cibo, bensì vengono caricate sulle spalle della natura e dell’intera società (in gergo tecnico le chiamano pudicamente “esternalità negative”: vuol dire che chi rompe non paga).
Per dirla in breve: agroindustria e allevatori si vantano di produrre molto “valore aggiunto”, ma a ben vedere è abissalmente di più il valore che, nel contempo, viene sottratto. Ma c’è dell’altro: come se non bastasse, queste attività antiecologiche e antieconomiche vengono addirittura sostenute con risorse pubbliche. In Italia, con la sola PAC (Politica Agricola Comune) 2014-2020 abbiamo girato 52 miliardi di soldi pubblici all’agroindustria, in gran parte finalizzati alle grandi aziende (in più, bisognerebbe considerare anche i sussidi europei e nazionali alla pesca e agli allevamenti ittici, che costituiscono un capitolo a parte). Secondo indagini al di sopra di ogni sospetto, gli allevatori italiani, europei e americani sono soliti ricevere l’equivalente di circa 2 dollari - 2 dollari e ½ di sussidi pubblici per ogni capo di bestiame, al giorno! (Cfr.J. Stiglitz, 2007; World Bank, 2002). Vengono chiamati “sussidi perversi” proprio perché sono irrazionali e favoriscono attività dannose, per di più incrementando il nostro debito pubblico!
UN SETTORE ETICAMENTE DEPLOREVOLE. I meccanismi sopra delineati promuovono pratiche parassitarie, e conseguentemente una metodica deresponsabilizzazione civile e morale sia nella sfera della produzione, sia in quella del consumo. I produttori infatti godono di una speciale immunità di fronte agli epocali costi ambientali da essi provocati: non solo non pagano alcunché, ma vengono addirittura premiati in modo sistematico. Analogamente dicasi per i consumatori irresponsabili, i quali si rivelano complici del sistema nella misura in cui pretendono di ottenere a buon mercato (e talvolta sottocosto) cibi dai costi ambientali spropositati: solo per esemplificare, è noto che un hamburger dovrebbe costare 100 dollari e più, se i costi effettivi venissero internalizzati nei prezzi ( Raj Patel 2010; Chandran Nair 2011). Ma non basta: il sistema attuale ingenera enorme cinismo morale e assuefazione alla sofferenza animale, in linea con la mentalità cartesiana che ha contrassegnato l’avvento della modernità e che sorregge ancor oggi il mondo agroindustriale. Quest’ultimo, infatti, presuppone che gli animali e l’intera natura siano meri strumenti passivi a disposizione dell’apparato economico-tecnologico, e come tali illimitatamente manipolabili: la spietata logica del dominio che ne discende, oltre ad essere totalmente irricevibile sul piano etico, comporta una rozza svalutazione e una colpevole incomprensione dell’importanza insostituibile dei molteplici fattori naturali; in tale cecità plurima è radicata la catastrofe etica, economica ed ecologica che avvolge il nostro tempo.
SYSTEM CHANGE, NOT CLIMATE CHANGE. Cambiare il Sistema alimentare, significa operare per un radicamento di esso nella Terra quale organismo vivente, e più in generale per un rinnovato equilibrio tra umani, animali e natura, in luogo delle preesistenti opposizioni/prevaricazioni. Si tratta di ridisegnare il sistema alimentare integrando etica, ecologia e prosperità senza crescita, contrastando le attività antiecologiche – antieconomiche. Solo per iniziare, oltre al bando dei pesticidi, ecco alcuni obiettivi, già discussi e approvati nel Coordinamento veneto.
Siamo ancora in tempo:
Riduzione drastica (meglio sarebbe eliminazione) del consumo di carne, pesce e derivati animali.
Abolizione dei sussidi all’agroindustria, al ciclo della carne e del pesce; aumentare
invece le sovvenzioni per lo sviluppo dell’agricoltura sostenibile, biologica
ed ecologica nelle sue varie forme (inclusa Permacoltura), a partire dai piccoli produttori.
Deburocratizzare la produzione biologica a favore dei piccoli produttori.
Internalizzare i costi ambientali, sociali ed economici, che devono gravare sui soggetti responsabili.
Promuovere la riforestazione policolturale e la rinaturalizzazione, al fine di ripristinare l’ecosistema naturale minacciato dall’antropizzazione crescente. Operando in queste direzioni, verrebbe anche implementata l’occupazione in forme dignitose, coniugando lavoro, ecologia, etica e benessere reale.
ASSOCIAZIONE ECO-FILOSOFICA www.filosofiatv.org
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I protagonisti dell'agricoltura biologica e biodinamica scendono "in campo" al fianco di Marcia Stop Pesticidi.
Il grido del popolo inquinato, lanciato a Follina con la prima Marcia nel 2017, per una agricoltura e un'alimentazione senza veleni e per la difesa del territorio e del paesaggio dalla devastazione delle monocolture, non è stato vano. Il 19 maggio si manifesterà a Follina, per il terzo anno, a Verona, Trento, Caldaro, Codroipo, Potenza Picena.
In questi giorni tante associazioni, Aziende, e singoli contadini, che rappresentano la storia dell'agricoltura biologica in Italia e che lavorano ogni giorno per un futuro migliore per tutti, dalla grande associazione di categoria, al piccolo produttore alle prese con i mille assilli della conduzione di una azienda biologica, stanno aderendo in massa alla Giornata Stop Pesticidi.
La Rete Contadina Altamarca, AVEPROBI, AIAB Veneto, AIAB Friuli, Dolomiti Bio, ECOR-NaturaSI, FEDERBIO, Genuino Clandestino Treviso, ASCOBIO Milano, Perlage, DEMETER Italia, Unione Coltivatori Alternativi, Associazione per l'Agricoltura Biodinamica Bolzano, Associazione per Agricoltura Biodinamica, Coop La Primavera Verona, ... sono con noi, con Marcia Stop Pesticidi.
Dall'unione tra cittadini in lotta contro i pesticidi e mondo BIO nasce una grande speranza per il nostro Paese!
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