Notiziario Stop Pesticidi
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La gravità del cambiamento climatico e il declino della biodiversità sono evidenti, più di un milione di cittadini europei hanno sostenuto un’iniziativa popolare che chiede una forte riduzione dei pesticidi e il sostegno agli agricoltori per raggiungere questo necessario obiettivo. Secondo la Stockholm Resilience, i pesticidi sono una delle principali cause del drammatico declino della biodiversità in tutto il mondo, un disastro ecologico che si trova in una fase ancora più avanzata della crisi climatica, mettendo in pericolo «l’integrità dei sistemi viventi» da cui dipendono anche gli esseri umani. Studi scientifici e anni di mobilitazione da parte dei cittadini hanno portato l’Unione Europea a promuovere il Green Deal e la sua componente agricola: la strategia Farm to Fork. E per un po’ è sembrato che a Bruxelles soffiasse un vento diverso, almeno per quanto riguarda i temi legati all’alimentazione e all’agricoltura. I politici ai vertici della Commissione europea, inclusa la presidente Ursula Von Der Leyen, sembravano riconoscere la necessità di agire e di agire con urgenza.
TUTTAVIA, FIN DALL’INIZIO, ABBIAMO notato che colossi della chimica mondiale come Bayer e BASF e i loro gruppi di pressione, nonché i loro referenti politici, hanno operato per bloccare, indebolire e persino far deragliare numerosi progetti del Green Deal. Non a caso due settimane fa il Parlamento Europeo ha bocciato il regolamento europea sui pesticidi (SUR) con 299 voti contrari, 207 favorevoli e ben 121 astensioni. Il testo prevedeva la riduzione del 50 per cento dell’uso dei prodotti fitosanitari entro il 2030 e del 65 per cento dei prodotti più pericolosi entro la stessa data.
TUTTO CIÒ RAPPRESENTA UN’IMPORTANTE battuta d’arresto per le ambizioni contenute nel Green Deal europeo; secondo le principali associazioni che si occupano di agricoltura sostenibile e di salute, si tratta di un voto pesantemente condizionato dagli interessi privatistici di una parte dell’agroindustria. Sono stati i gruppi parlamentari di destra ed estrema destra, fino ad una parte dei socialisti e democratici come anche dei liberali di Renew, a bocciare la proposta di regolamento.
ORA SARÀ IL CONSIGLIO europeo, composto dagli Stati membri, a doversi pronunciare nel merito, e il Parlamento dovrà votare sul testo proposto. In particolare, il Partito popolare europeo (PPE) ha lavorato per indebolire questa proposta, percorrendo un cinico percorso populista di distruzione ambientale e ribattezzandosi «partito degli agricoltori» per ottenerne un guadagno in termini elettorali. Purtroppo un destino simile è stato riservato alla legge sui sistemi alimentari sostenibili, alle nuove norme sul benessere degli animali e alla revisione della legislazione europea sulle sostanze chimiche.
MA COME SI È ARRIVATI A QUESTA bocciatura? E’ stata condotta una campagna durata due anni, in cui la lobby agricola e l’industria dei pesticidi hanno lavorato in tandem. Ciò ha comportato la promozione di «studi di impatto» auto-orchestrati, l’allarmismo sulla perdita di produttività e sulla sicurezza alimentare. I presupposti e la progettazione di questi studi sono stati ampiamente screditati da scienziati, istituzioni dell’Ue e Ong. Non meno di 6.000 scienziati hanno espresso il loro sostegno sia alla legge sulla riduzione dei pesticidi che alla legge sul ripristino della natura in quanto essenziali per la sicurezza alimentare a lungo termine.
TUTTAVIA IL LAVORO DELLE LOBBY delle aziende dell’agribusiness si è intensificato negli ultimi mesi. Un nuovo rapporto del Corporate Europe Observatory ( un’organizzazione non-profit che si occupa di raccogliere e documentare le azioni e gli eventuali effetti del lobbismo aziendale sui processi decisionali all’interno dei principali organi dell’Unione europea) rivela che la lobby dell’industria non solo ha minato gli obiettivi di riduzione dei pesticidi proposti nella legge, ma ha anche minimizzato il potenziale dei metodi biologici per affrontare i parassiti e ha spinto le proprie soluzioni tecnologiche anche quando non testate, come la deregolamentazione delle colture geneticamente modificate. Queste ultime saranno brevettate dalle multinazionali, aumentando la dipendenza degli agricoltori.
LA LOBBY AGRICOLA DEL COPA-COGECA, per esempio, assieme agli eurodeputati conservatori del Ppe, afferma di rappresentare la voce degli agricoltori in Europa ma in realtà agiscono contro i loro interessi. Gli agricoltori e le loro famiglie sono i primi a essere esposti ai gravi effetti sulla salute che l’irrorazione di pesticidi sui terreni agricoli può causare, come il morbo di Parkinson o il cancro. E che dire dei decisori responsabili di mantenere le promesse del Green Deal? Frans Timmermans ha lasciato l’incarico, mentre Von Der Leyen ha da tempo dimenticato i suoi impegni per un’Europa sostenibile, verde e pronta ad affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici. Nel frattempo, le lobby aziendali hanno rafforzato il potere del Ppe e di altri politici che danno costantemente priorità ai guadagni delle aziende rispetto alla salute e al benessere ambientale.
PERCHÉ MAI QUESTO SABOTAGGIO da parte di lobby aziendali ben finanziate dovrebbe essere ancora tollerato? È ora di finirla.
ESISTE, A BRUXELLES, MA NON A ROMA, un accurato sistema che non permette (permetterebbe?) alle lobby del tabacco di influenzare i processi politici comunitari. E’ arrivato il momento che tale sistema venga esteso anche a coloro che rappresentano i combustibili fossili e le aziende dei pesticidi. Per affrontare la crisi della biodiversità e creare un futuro vivibile, abbiamo bisogno di politiche che guidino e aiutino gli agricoltori ad abbandonare i pesticidi sintetici. Per arrivarci, dovremo eliminare gli inquinatori tossici dal processo decisionale politico.
Francesco Romizi - Il Manifesto 07/12/23
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Il rinnovo dell’autorizzazione per l’utilizzo del glifosato per i prossimi 10 anni, confermato il 28 novembre, rappresenta un altro colpo alla biodiversità dopo la bocciatura del Regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi (Sur).
Non riuscendo ad ottenere una maggioranza qualificata contro il rinnovo, gli Stati membri si sono rifiutati di definire una visione per un modo alternativo di fare agricoltura e hanno aperto la strada al suo rinnovo da parte della Commissione europea.
«Una decisione antistorica che va nella direzione opposta a ciò che le grandi sfide globali del momento (e del futuro) richiedono. Servono coraggio e determinazione per rispondere alle chiare esigenze collettive dei cittadini europei invece che a interessi particolari delle multinazionali. Le scelte di questi giorni guardano al ventesimo secolo invece di tutelare biodiversità, ambiente e salute: cioè, quello che davvero può garantire un futuro alle nuove generazioni e che l’Unione europea si era auspicata di rispettare con gli obiettivi del Green Deal» commenta Barbara Nappini, Presidente di Slow Food Italia.
«Riapprovando l’uso del glifosato, la Commissione europea non ha tenuto conto delle preoccupazioni di molti Stati membri e dei cittadini, e ha ignorato le solide prove che dimostrano che la sua graduale eliminazione, garantendo al contempo rese e riducendo i costi per le aziende agricole, è possibile se si adottano soluzioni rispettose della natura» commenta Madeleine Coste, direttrice di Slow Food Advocacy. «Abbiamo le soluzioni, i cittadini le chiedono, ma i decisori continuano a ignorarle a favore degli interessi dell’agrobusiness».
Gli Stati membri continueranno a essere responsabili dell’autorizzazione nazionale dei pesticidi contenenti glifosato e potranno quindi limitarne l’uso a livello nazionale e regionale, per proteggere la salute dei propri agricoltori e cittadini. Tuttavia, è urgente una visione per trasformare i sistemi alimentari dell’Ue verso l’agroecologia.
Le discussioni sui pesticidi sono state strettamente legate a quelle sulla deregolamentazione dei nuovi Ogm (Nuove tecniche genomiche). L’industria delle biotecnologie promette infatti che queste consentiranno agli agricoltori di ridurre l’uso dei pesticidi, nonostante la chiara mancanza di prove in tal senso. Nelle prossime settimane, i ministri dell’Agricoltura discuteranno la proposta di deregolamentazione della Commissione. Una proposta che secondo Slow Food presenta gravi rischi per il pianeta, gli agricoltori e la libertà di scelta dei cittadini e dei consumatori. Esortiamo i decisori nazionali a difendere il principio di precauzione e a garantire il mantenimento della valutazione della sicurezza, della tracciabilità e dell’etichettatura dei nuovi Ogm.
Fonte > Slow Food

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La strategia europea #farmtofork è fallita definitivamente – questa settimana – con il sabotaggio della proposta di regolamento sulla riduzione dei pesticidi (SUR, Sustainable Use and Reduction of pesticides), che segue la tacita approvazione del rinnovo all’impiego del glifosate, o glifosato. #ToxicEurope.

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È stato appena pubblicato il Rapporto della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, su “Lo stato dell’alimentazione e dell’agricoltura 2023”. In 150 pagine, il rapporto analizza i costi nascosti dei sistemi alimentari e dell’agricoltura globale di 154 Paesi per concludere con la necessità di trasformare i sistemi agroalimentari.

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Oltre a droga e armi, i cartelli messicani hanno iniziato a trafficare pesticidi illegali. Negli ultimi tre anni sono stati sequestrati tremila litri di prodotti tossici destinati alle coltivazioni illegali di marijuana negli Usa. Anche in Italia sono diversi i metodi per introdurre fitofarmaci vietati.

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Marcia Stop Pesticidi condivide e sostiene questo appello
Appello urgente a tutelare i cittadini europei opponendosi al rinnovo del glifosato, anche alla luce del rischio di leucemia
Tredici associazioni ed ONG della società civile italiana, fra le quali ISDE Italia, scrivono ai Ministri della Salute, dell’Ambiente e dell’Agricoltura, in vista del pronunciamento dell’Italia in sede europea in merito alla decisione di rinnovare l’autorizzazione alla produzione e consumo del glifosato.
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