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Spett.le Comitato Marcia Stop Pesticidi,
venuta a conoscenza di un recente articolo pubblicato sulla stampa locale in cui si afferma che non vi è correlazione fra esposizione a pesticidi e insorgenza di cancro autorizzo la diffusione del commento sotto riportato. Cordiali saluti, Patrizia Gentilini
ARTICOLO DEL GAZZETTINO DEL 15/02/2019 > scarica il PDF
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Senza voler offendere nessuno, ritengo che negare una correlazione tra i pesticidi usati nella regione del prosecco e l'insorgenza di tumori è, questa sì, una cosa che non ha alcun fondamento scientifico. Oramai la letteratura scientifica che correla l'esposizione a pesticidi all'insorgenza di cancro è a dir poco sterminata, a parte il fatto che gli effetti dei pesticidi sulla salute non possono essere limitati ai soli tumori, ma purtroppo ad una serie di altre patologie, oggi in drammatica espansione, quali diabete, patologie respiratorie, malattie neurodegenerative, cardiovascolari, disturbi della sfera riproduttiva, infertilità maschile, disfunzioni metaboliche ed ormonali, patologie autoimmuni, disfunzioni renali. Si tratta di aumenti del rischio statisticamente significativi ( non attribuibili al caso) che dapprima si sono evidenziati per esposizioni professionali, ma che ormai riguardano anche la popolazione generale che viene esposta per via residenziale, alimentare etc. Queste molecole sono infatti ormai presenti in aria, acqua, suolo, cibo, nei nostri corpi e nello stesso latte materno, rappresentando un vero e proprio problema di salute pubblica ed è per me sinceramente incomprensibile come un Dirigente della Sanità Pubblica possa sottovalutarne l’impatto. Ricordo che le conseguenze sono particolarmente gravi per esposizioni - anche a dosi minimali - che si verificano durante la vita embrio-fetale e la prima infanzia, comportando in special modo danni sullo sviluppo cerebrale, dall’autismo alla perdita di Quoziente Intellettivo, come la recente puntata di Presa Diretta ha dimostrato intervistando i massimi esperti mondiali del problema. Ma tornando all’articolo sul giornale in cui il dott. Cinquetti, responsabile dell'Igiene Pubblica dell'Ussl della Marca trevigiana, rassicura sulla assenza di correlazione fra cancro e prosecco, mi chiedo se il Collega è un'autorità scientifica di un tale livello da poter negare la validità e la correttezza di migliaia di studi, pubblicati su riviste prestigiose e come tali sottoposti a peer review. Lo studio citato nell'articolo, di cui egli è uno dei due Autori, è forse stato pubblicato su una rivista scientifica internazionale e sottoposto al vaglio di autorevoli scienziati? Non potendo disporre dello studio (che non si sa se ed eventualmente su quale rivista scientifica sia stato pubblicato) si possono fare solo alcune considerazioni di carattere generale, tuttavia sufficienti per affermare che non esiste alcuna relazione tra i contenuti dello studio (per lo meno quelli riportati nell'articolo del giornale) e la correlazione tra tumori e pesticidi utilizzati nei vigneti del prosecco: in altre parole, lo studio non può in alcun modo essere utilizzato per negare l'esistenza di una tale correlazione. Vediamo perché:
1. Per poter stabilire se esista o meno una correlazione tra tumori e pesticidi usati nei vigneti del prosecco, occorre individuare un parametro in grado di stabilire la maggiore o minore esposizione della popolazione ai pesticidi : la residenza o meno in uno dei comuni dell'area del prosecco NON è certo il parametro giusto, per almeno due motivi:
- perchè considera tutti i residenti nei comuni del prosecco come se fossero ugualmente esposti, mentre ve ne sono alcuni particolarmente esposti (quelli che abitano a ridosso dei vigneti) ed altri poco o niente esposti (ad esempio quelli che abitano nei centri urbani e/o lontano dai vigneti)
- perchè considera come non esposti i residenti in altri comuni, senza tener conto del fatto che possono essere esposti ad altri fattori di rischio per le patologie tumorali
2. Sotto il profilo degli effetti cancerogeni sulla popolazione dei trattamenti con pesticidi, la mortalità per tutti i tumori NON è, a sua volta, idonea a evidenziare la relazione tra pesticidi e tumori, anche in questo caso almeno per due motivi:
- perché, se è ben vero che chi muore per un tumore certamente lo ha contratto, non è detto affatto che chi ne ha contratto uno, ne muoia, in quanto a seconda del tipo di tumore contratto e del momento in cui è stata fatta la diagnosi, può guarirne. Sappiamo che alcuni dei tumori tipicamente correlati all'esposizione a pesticidi, come ad esempio linfomi e leucemie, hanno percentuali di guarigione superiori rispetto ad altri tumori, per cui considerare la mortalità per tumore anziché la loro incidenza porta ad una non trascurabile sottostima degli effetti tumorali dei pesticidi
- perchè non distinguere tra tumori più specificamente correlati all'esposizione a pesticidi e tumori maggiormente correlati ad altri agenti cancerogeni introduce un grave fattore di confondimento di cui sembrerebbe non si sia tenuto conto.
3. Da quanto riportato nell'articolo, del resto, è lo stesso dott. Cinquetti a rivelarci che lo studio, se effettivamente condotto per indagare la relazione tra pesticidi usati nei vigneti del prosecco ed insorgenza di tumori, ha utilizzato dei criteri inadeguati allo scopo per non dire del tutto errati. Ci spiega infatti il dott. Cinquetti che "il territorio ... ha dei comportamenti positivi di carattere generale, un reddito medio della popolazione rispetto al resto del Veneto", rivelandoci già qui che la popolazione del territorio del prosecco non è omogenea con le popolazioni con le quali è stata confrontata (è ben noto che lo stato socio economico delle popolazioni è un importante fattore di confondimento di cui occorre tenere conto negli studi epidemiologici). "A questo si aggiungono diagnosi sempre più precoci, con possibilità chirurgiche buone e un miglioramento importante delle disponibilità terapeutiche" aggiunge ancora il dott. Cinquetti, confermando così il macroscopico errore di aver scelto la mortalità anziché l'incidenza come indicatore degli effetti tumorali dei pesticidi usati nei vigneti del prosecco.
4. Lo stesso dott. Cinquetti poi ci spiega che i motivi della minore mortalità per tumore nella Marca trevigiana "sono riconducibili a fattori genetici, allo stato socio-economico che si collega con l'alimentazione e con l'attività fisica e al consumo di tabacco e alcol , che giocano un ruolo meno importante".
Cosa abbia a che fare tutto questo con la coltivazione dei vigneti del Prosecco, però, il dott. Cinquetti non ce lo spiega, anzi, proprio sulla base di quanto egli ci rivela, possiamo ribaltare la sua affermazione con cui si apre l'articolo: "NON correlare il Prosecco ai tumori è una cosa che non ha fondamento scientifico".
Dott.ssa Patrizia Gentilini
Specialista in Oncologia Generale ed Ematologia
Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia
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La transizione verso sistemi alimentari locali, ecologici e diversificati è un imperativo sociale, economico e democratico
Road map: il percorso del cambiamento
Azioni civiche
• Conservare, coltivare e rinnovare varietà di semi tradizionali in grado di preservare la biodiversità e quindi la diversità necessaria alla nostra salute: una banca di semi viventi e non
un "museo" del germoplasma.
• Coltivare orti, anche a livello urbano, che favoriscano la diffusione di varietà nutrienti.
• Creare e supportare economie alimentari locali, mercati contadini, biodistretti, gruppi di acquisto solidali.
• Creare connessioni tra le scuole, gli ospedali, i centri di cura, i sistemi alimentari locali e i sistemi produttivi biologici per la fornitura di alimenti freschi e diversificati.
• Creare zone, comunità, aziende agricole e sistemi alimentari liberi da veleni.
• Richiedere l’etichettatura dei prodotti chimici e degli Ogm sulla base del diritto fondamentale all’informazione e alla consapevolezza.
• Interrompere l’attuale sistema di incentivi pubblici, finanziato dalle tasse dei cittadini, che supporta modelli alimentari dannosi per la salute per indirizzare l’aiuto pubblico verso
politiche in grado di promuovere pratiche agricole sostenibili e un’alimentazione salutare.
• Non cooperare con leggi che impongono sistemi agroalimentari non salutari opponendosi in base ai principi della resistenza alimentare e della disobbedienza civile.
Azioni governative locali, regionali, nazionali e internazionali
• I governi locali dovrebbero riappropriarsi del loro diritto a tutelare la salute pubblica in base al principio di sussidiarietà e a promuovere economie alimentari locali sane.
• I governi regionali dovrebbero promuovere la biodiversità locale bioregionale.
• I governi nazionali dovrebbero essere guidati in tutte le politiche e leggi dal primato del diritto alla salute dei cittadini e delle generazioni future.
• I governi dovrebbero sostenere politiche adeguate che favoriscano l’accesso a frutta e verdura di qualità, il cui costo resta spesso proibitivo nonostante le raccomandazioni al
consumo, anche alle fasce più deboli della popolazione.
• Le sovvenzioni pubbliche dovrebbero essere re-indirizzate dai sistemi dannosi per la salute ai sistemi, basati sull’agroecologia e sulla conservazione della biodiversità, che
garantiscono benefici per la salute e proteggono i beni comuni.
• I governi dovrebbero vietare l’uso di sostanze chimiche contaminanti e difendere invece la biodiversità e promuovere l’agroecologia.
• I governi dovrebbero varare politiche di valutazione del danno causato dalle sostanze chimiche e applicare il principio per cui “chi inquina paga” e il principio di precauzione per
pesticidi e additivi alimentari 1. Dovrebbero inoltre supportare campagne pubbliche di sensibilizzazione e favorire aggiornamenti urgenti della legislazione che si basino su risultati
scientifici indipendenti.
• Le politiche relative all’agricoltura, ai prodotti alimentari, alla nutrizione e alla salute dovrebbero essere integrate tra loro.
• Le regole del commercio e gli accordi di libero scambio dovrebbero essere riformulati valutando gli impatti reali sull’agricoltura, sui sistemi alimentari, sull’ambiente e sulla salute,
preservando la sovranità alimentare e la sicurezza dei propri cittadini.
• Le istituzioni dovrebbero valorizzare e promuovere la transizione verso regioni biologiche, prive di pesticidi e veleni.
• La partecipazione dei cittadini deve essere considerata essenziale per la creazione della democrazia alimentare e di sistemi agroalimentari sani.
Cambiamenti nelle norme e nei sistemi di commercio internazionale: responsabilità delle Nazioni Unite e dei loro organi competenti
a) L’Onu è un soggetto globale di natura dichiaratoria e regolatrice. Occorre attribuire un’elevata priorità all’elaborazione, da parte delle Nazioni Unite, di un trattato globale e
comprensivo, volto a ridurre al minimo gli effetti negativi dell’uso di sostanze chimiche e di altre pratiche pericolose per la salute e la protezione dell’ambiente, che dia
particolare attenzione alla diversità biologica e offra un quadro fondato sui principi applicabili in materia di diritti dell’uomo.
b) Gli obiettivi di tale proposta sono i seguenti:
• individuare e rimuovere i doppi standard tra i paesi, in particolare quelli dannosi per i paesi più insicuri dal punto di vista alimentare e che dispongono di conoscenze e sistemi
normativi più deboli.
• elaborare politiche volte a ridurre l’uso di pesticidi a livello mondiale e a sviluppare con urgenza una cornice per il divieto e la graduale eliminazione dei pesticidi altamente pericolosi
e tossici.
• promuovere l’agroecologia, e i relativi approcci, come metodo di produzione alternativo all’attuale dipendenza dall’agricoltura industriale, basata sulla monocoltura e sul massiccio
uso di sostanze chimiche.
• responsabilizzare i produttori di pesticidi che rifiutano di seguire gli orientamenti volontari.
c) Per raggiungere questi obiettivi, la sensibilizzazione e la promozione dei vari accordi “non vincolanti” rappresentano un passo essenziale per la trasformazione dell’agricoltura a
beneficio della salute umana: per esempio, l’attivazione di vari strumenti esistenti stabiliti dall’Onu, come il "Decennio d’azione delle Nazioni Unite sull’alimentazione", nonché delle
Ong e delle reti accademiche per creare un “piano generale per la nutrizione” con un calendario e obiettivi di bilancio specificamente concepiti per soddisfare le esigenze
nazionali. L’Onu può dare un grande contributo al raggiungimento di obiettivi nutrizionali ambiziosi e garantire il diritto di ogni persona a un’alimentazione e a una nutrizione
adeguate utilizzando la sua posizione di incontro e coordinamento a livello globale.
d) L’Onu dovrebbe incoraggiare gli Stati ad adottare un’iniziativa analoga alla convenzione quadro dell’Oms per la lotta contro il tabagismo al fine di regolamentare l’industria
alimentare e proteggere le persone dagli effetti negativi sulla salute e sulla nutrizione degli alimenti altamente trasformati.
e) Le agenzie e i programmi dell’Onu devono istituire meccanismi coordinati di trasparenza, responsabilità e partecipazione, che tengano conto delle prospettive delle parti
interessate, per garantire che la moltitudine di obiettivi alimentari esistenti sia attuata in modo coerente, armonico e sinergico, evitando lacune, con scadenze e indicatori chiari
per valutare i progressi e che tengano conto dei valori democratici della partecipazione e dell’interazione.
f) Le normative internazionali devono essere articolate e attuate per limitare le azioni incontrollate dei potenti attori economici transnazionali che hanno portato all’invasione dei
mercati globali con cibo spazzatura e molti tipi di alimenti trasformati non conformi alle norme internazionali in materia di nutrizione. A questo proposito, sono molto apprezzati i
negoziati in seno al Consiglio per i diritti umani per istituire uno strumento giuridicamente vincolante che regoli le attività delle imprese transnazionali.
g) L’attuazione dei principi guida dell’Onu sulle imprese e i diritti umani, per garantire la responsabilità delle imprese del settore alimentare, nonché lo sviluppo e l’applicazione di
normative che proteggano i diritti delle vittime di violazioni dei diritti umani, nel pieno rispetto degli obblighi extraterritoriali degli Stati e di altri soggetti interessati.
h) Le regole del commercio internazionale dovrebbero essere riesaminate per accertarsi che non prevarichino le politiche sanitarie e nutrizionali nazionali. L’Omc non dovrebbe
interferire con le normative locali, che prevedono legittimamente imposte sui prodotti alimentari, tariffe o altre restrizioni e incentivi di mercato.
i) Riconoscendo la particolare vulnerabilità delle donne alla malnutrizione, il quadro internazionale dei diritti umani dovrebbe tutelare il loro diritto a un’alimentazione adeguata.
L’emancipazione delle donne deve essere saldamente integrata nelle strategie nutrizionali 2.
NOTE
1 Diamanti-Kandarakis, E. et al, “Endocrine-disrupting chemicals: an endocrine so-ciety scientific statement”, Endocrine Reviews, 2009,
vol. 30, pp. 293-342.
2 Paragraphs from UN SR on right to food reports UN: A/71/282 and A/HRC/34/48. Riprodotto e liberamente tradotto con il consenso
degli autori.
Estratto da:
Manifesto “Food for Health” (Cibo per la Salute), Navdanya International, Terra Nuova Edizioni, 2018
Materiali di approfondimento:
Campagna “Food for Health” (Cibo per la Salute)
"La salute del pianeta e la salute delle persone sono una cosa sola"
Per scaricare il Pdf dell'articolo: CLICCA QUI
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Scarse sono le ricerche scientifiche sul fenomeno della deriva dei pesticidi usati in agricoltura. Un contributo importante allo studio della "deriva", è stato da poco messo in rete da European Consumer. Autore è l'Ing. Chimico Marcos Tomasoni, del Collettivo Stop ai Pesticidi Córdoba, pubblicato in Argentina nel novembre 2013.
La traduzione è di Chiara Madaro.
Di seguito: il sommario e l'introduzione.
Sommario
Il fenomeno della diffusione dei pesticidi in atmosfera si chiama tecnicamente ‘deriva’. Esiste una modesta bibliografia che affronti questo fenomeno con un approccio complesso, dato che è stato sviluppato solo lo studio della deriva degli agrochimici al momento in cui vengono applicati generando quello che si definisce Deriva Primaria. Questo lavoro procede ad un approccio ad ampio raggio riguardo i movimenti dei pesticidi in atmosfera partendo da considerazioni che investono gli effetti climatici e fisiochimici in tempi successivi all’applicazione.
Le evidenze di tali movimenti ci offrono elementi sufficienti per concludere che le applicazioni di pesticidi sono incontrollabili, rendendo impossibile la prevenzione dalla contaminazione rispetto all’ambiente e alle popolazioni esposte nel tempo alle aspersioni.
Introduzione
Dal momento che i pesticidi fin dalla metà del XX secolo hanno fatto parte delle strategie produttive diventando strumento di uso quotidiano da parte dei produttori e dei lavoratori agricoli e malgrado abbiano consentito un aumento dei rendimenti produttivi e la qualità esteriore o ‘formale’ del prodotto, hanno generato notevoli effetti dannosi: contaminazione di corsi d’acqua e suolo, scomparsa di specie animali e vegetali e intossicazioni negli esseri umani (Souza Casadinho, 2013). E’ abbondante la bibliografia scientifica che evidenzia la relazione tra agrochimici e il deterioramento della salute delle popolazioni esposte (Ntzani y col., 2010). Vengono prodotti anche lavori scientifici sui meccanismi per i quali questi composti favoriscono malattie tra le specie sperimentali (Paganelli e col., 2010). Ma non sono comuni le informazioni tecniche sui meccanismi che spiegano in che modo questi pesticidi arrivano alle popolazioni. Gli studi sulla deriva considerano solo le possibilità di movimento dei pesticidi al momento dell’applicazione, senza approfondire ciò che succede con le molecole polverizzate generate dall’aspersione.
Prendendo in considerazione la deriva limitatamente al momento dell’applicazione, i tecnici specializzati raccomandano una serie di provvedimenti considerando variabili climatiche e tecnologiche allo scopo di minimizzare questo fenomeno indesiderato (Brambilla, sf).
Il problema del controllo dei pesticidi nell’ambiente è al centro del dibattito sulle normative che garantiscano i diritti costituzionali del vivere in un ambiente sano, adatto ed equilibrato (Costituzione Nazionale Argentina, Art. 41). Un aggravante in questa tematica è l’aumento geometrico nei volumi di agrochimici diffusi nell’ambiente della Repubblica Argentina, come corollario di un modello agro produttivo basato sulle monocolture di semi transgenici e additivi chimici.
Recentemente CASAFE (Camera di Sanità Agricola e Fertilizzanti della Repubblica Argentina) ha pubblicato delle informazioni sulla evoluzione del mercato argentino:il consumo dei pesticidi è aumentato dell’858% negli ultimi 22 anni, mentre la superficie coltivata ha subito un incremento del 50% e il rendimento delle coltivazioni è aumentato solo del 30%. In Argentina esiste un grosso giro d’affari per l’industria mondiale di veleni (capeggiata da Monsanto e Bayer) e si genera, così, un problema per la salute collettiva (Red de Médicos de Pueblos Fumigados de Argentina, 2013).
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Questo l'indice:
. Componente aria
. Cosa è la deriva
. Fattori che condizionano la deriva
. Fattori climatici
. Fattori fisiochimici del prodotto applicato
. Tipi di deriva
. Critiche alle Buone Pratiche Agricole
. Altre attività che producono deriva di agrochimici
. Conclusioni
. Bibliografia
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Il Comitato Marcia STOP Pesticidi trevigiano ritiene che i vigneti ed ogni altra coltivazione soggetta all’uso dei pesticidi debbano essere banditi dai centri abitati e dalle vicinanze di scuole, asili, ospedali e da tutti i luoghi sensibili.
Chiede ai Comuni e alla Regione l'istituzione di fasce di protezione e parchi verdi attorno a scuole, asili e campus scolastici.
Esprime solidarietà e sostegno all'azione di protesta del gruppo di genitori e cittadini di San Giacomo di Vittorio Veneto che stanno lottando per la difesa dei bambini e delle famiglie contro i rischi di un nuovo vigneto nel campo adiacente all’asilo di via San Fermo;
Nella consapevolezza che questa azione democratica e popolare sia importante per tutta la Comunità e per il territorio; invita L’Amministrazione Comunale di Vittorio Veneto a bloccare il nuovo vigneto e a realizzare una area di protezione, adibita a parco pubblico, attorno all'asilo di San Fermo.
(23 dicembre 2018)
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COORDINAMENTO MARCIA STOP PESTICIDI
Domenica16 dicembre 2018, a Venezia, le delegazioni dei Comitati Marcia di Verona, Treviso, Bolzano e Trento, di Navdanja International , Isde, Legambiente Verona, Aveprobi hanno avviato la formazione del COORDINAMENTO MARCIA STOP PESTICIDI e deciso di organizzare nel mese di maggio 2019 la Giornata della Marcia Stop Pesticidi. Nei prossimi giorni sarà pubblicato il nuovo Manifesto del movimento e sarà sviluppata la costituzione del Coordinamento con tutte le realtà che negli ultimi due anni hanno sostenuto la Marcia Stop Pesticidi e la sua piattaforma
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