Il nuovo "Atlante dei pesticidi" della Heinrich-Böll-Stiftung, di Friends of the Earth Europe e di PAN Europe, rivela l'impatto tossico globale delle pericolose sostanze chimiche utilizzate in agricoltura.
Mentre cresce la tensione tra gli Stati membri dell'Unione Europea sui nuovi obiettivi di riduzione dei pesticidi, il nuovo "Atlante dei pesticidi" [1] pubblicato in questi giorni, mostra che la quantità di pesticidi utilizzati in tutto il mondo è aumentata dell'80% dal 1990, causando danni alla salute degli agricoltori, dei consumatori e della natura.
Tra le varie scoperte, l'Atlante dei pesticidi 2022 evidenzia che:
Il mercato globale dei pesticidi è quasi raddoppiato negli ultimi 20 anni. Entro il 2023, il valore totale di tutti i pesticidi utilizzati dovrebbe raggiungere quasi 130,7 miliardi di dollari USA. L'Unione Europea è uno dei maggiori mercati mondiali di pesticidi con quasi un quarto di tutti i pesticidi venduti nell'UE.
L'UE è anche la principale esportatrice, che vende sempre di più ai paesi del Sud del mondo dove i pesticidi vietati nell'UE possono essere esportati. Nel 2018, le aziende agrochimiche europee hanno previsto l’esportazione di 81.000 tonnellate di pesticidi vietati nelle proprie coltivazioni.
La crescente quantità di pesticidi utilizzati a livello globale porta a un aumento dell'avvelenamento da pesticidi in tutto il mondo, specialmente nel Sud del mondo, dove i lavoratori agricoli, spesso, non sono sufficientemente protetti. Secondo calcoli accorti, ci sono circa 255 milioni di incidenti da avvelenamento in Asia, poco più di 100 milioni in Africa e circa 1,6 milioni in Europa.
Un numero molto ristretto di società del Nord del mondo si divide il mercato multimiliardario. Le prime quattro aziende (Syngenta Group, Bayer, Corteva e BASF) controllano circa il 70% del mercato globale dei pesticidi.
L'uso di pesticidi è fatale per la biodiversità: i campi coltivati in modo convenzionale hanno una ricchezza di specie vegetali 5 volte inferiore e una ricchezza di specie di impollinatori circa 20 volte inferiore, rispetto ai campi coltivati con metodi biologici.
I principi attivi dei pesticidi di solito non rimangono nel luogo in cui sono stati diffusi. Possono infiltrarsi nel suolo e nelle acque sotterranee, disperdersi nell'aria o volare lontano: alcuni possono essere trovati a oltre 1.000 chilometri di distanza.
Contrariamente alle promesse fatte dalle multinazionali, la coltivazione di piante geneticamente modificate ha aumentato l'uso di pesticidi come il glifosato e la crescita di specie infestanti resistenti.
La dott.ssa Imme Scholz, presidente della Heinrich-Böll-Stiftung, ha dichiarato:
“Nei paesi dell'Unione Europea, la legislazione non è riuscita finora a portare a una riduzione dell'uso di pesticidi, nonostante le prove scientifiche dimostrino l'urgenza di farlo. La strategia Farm-to-Fork è un buon inizio per abbandonare i sistemi agricoli fortemente dipendenti dai prodotti chimici per l'agricoltura, ma la politica agricola comune dell'UE deve allinearsi. È importante ricordare che ritardare ora le politiche ambientali danneggerà la sicurezza alimentare globale, già minacciata dal degrado degli ecosistemi e dalla crisi climatica.
La domanda proveniente dall'Unione Europea, in particolare per l'alimentazione del bestiame, ha anche contribuito a un drammatico aumento dell'uso di pesticidi in paesi ricchi di biodiversità come Brasile, Argentina e Paraguay, specialmente dopo l'introduzione su larga scala di soia geneticamente modificata e resistente ai pesticidi. Questo dimostra la necessità di cambiamenti nella dieta, e di politiche diverse in merito ai biocombustibili”.
Clara Bourgin, attivista di Friends of the Earth Europe, ha dichiarato:
“L’evidenza è sconcertante: l'attuale sistema alimentare, basato sull'uso massiccio di velenose sostanze chimiche è fallimentare per agricoltori e consumatori e alimenta il collasso della biodiversità.
L'Unione Europea deve smettere di chiudere gli occhi sul commercio, sempre più tossico, dell'agroalimentare e ascoltare invece i suoi cittadini. L'Europa deve ripensare la sua produzione alimentare, orientarla verso l'agroecologia per avviarci finalmente verso un'agrcoltura senza pesticidi. I principi agroecologici ci offrono una via d'uscita: ripristinando gli ecosistemi, costruendo una maggiore resilienza ai parassiti e contribuendo ad affrontare le crisi del clima e della biodiversità”.
Friends of the Earth Europe e Heinrich-Böll-Stiftung, chiedono obiettivi di riduzione dei pesticidi più ambiziosi, e un sostegno più efficace agli agricoltori nella loro transizione verso l'agroecologia. Le organizzazioni chiedono inoltre più dati e indicatori migliori per misurare la riduzione dei pesticidi. L'attuale indicatore, proposto nel nuovo regolamento UE sui pesticidi, è controproducente [2] e pregiudicherà l'attuazione del regolamento.
Chiedono inoltre la fine dei doppi standard attraverso una nuova legge più severa, per porre fine all'esportazione di pesticidi vietati dall'UE verso paesi terzi. Germania e Francia si stanno già muovendo in tal senso e tutta l'Unione Europea deve seguirne l'esempio.
Note:
[1] L'Atlante dei pesticidi offre una panoramica completa di fatti e cifre sulla produzione e il consumo globale di pesticidi, sul suo impatto sulle persone, sulla biodiversità e sul clima, e offre soluzioni alternative.
[2] "HR1: Un indicatore di rischio per promuovere pesticidi tossici?"
Fonte: Heinrich-Böll-Stiftung - 18.10.2022
Traduzione a cura della Redazione di Marcia Stop Pesticidi