( fonte : https://wwfbolzano.com/)
Coltivazione delle mele in Trentino-Alto Adige, anche nel corso di quest’anno è stato utilizzato il glifosato
Nonostante l’Organizzazione mondiale della sanità, già negli anni scorsi abbia stabilito che il glifosato, il diserbante più usato al mondo, sia “probabilmente cancerogeno”, e numerosi studi dimostrino la pericolosità di questa sostanza per la salute umana, le direttive per la coltivazione integrata delle mele del Trentino e dell’Alto Adige ne hanno autorizzano, anche per quest’anno, l’impiego.
Nell’ articolo dal titolo “Glifosato, nessuno è al sicuro” pubblicato a maggio 2017, sulla rivista dei consumatori Il Salvagente, Patrizia Gentilini, medico oncologo ed ematologo, membro dell’associazione medici per l’Ambiente ISDE Italia, descrive i rischi derivanti da questa sostanza, indicandola come genotossica oltre che cancerogena.
Nonostante questi pareri, i gruppi di lavoro per la frutticoltura integrata del Trentino e dell’Alto Adige, hanno inserito il glifosato tra le sostanze chimiche consentite nella coltivazione delle mele 2019. Gli agricoltori hanno quindi utilizzato il diserbante sotto le piante di melo per eliminare le erbe ritenute infestanti.
Le uniche mele della regione prodotte in modo sano e sicuro sono quindi quelle biologiche. In alternativa ai diserbanti chimici questo metodo di coltivazione prevede la lavorazione meccanica del terreno; in questo modo si evita l’inquinamento delle falde acquifere e dei corsi d’acqua, senza considerare che le mele coltivate con il metodo biologico non contengono residui di glifosato.
Secondo i dati ISTAT, nel 2017 (ultimi dati disponibili), in Trentino-Alto Adige sono stati impiegati 175.174 kg di erbicidi, di cui 10.324 kg classificati molto tossici e/o tossici, 7.300 kg classificati nocivi, 157.550 kg non classificabili. La maggior parte di queste sostanze è stata impiegata nelle coltivazioni più diffuse in regione, quelle del melo e della vite.
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